Giovedì 25 Aprile 2024

Ebola in Congo, primi casi in città. Msf e Oms: "Situazione allarmante"

Per la prima volta l'epidemia ha raggiunto un grande centro abitato. Le vittime sono già più di 20. La macchina degli aiuti si mette in moto

Allarme Ebola in Congo (Ansa)

Allarme Ebola in Congo (Ansa)

Kinshasa, 17 maggio 2018 - Comincia a fare paura l'epidemia di Ebola scoppiata nella Repubblica democratica del Congo, che dall'8 maggio ha già causato la morte di 23 delle oltre 42 persone contagiate. Oggi il ministro della Sanità congolese, Oly Ilunga Kalenga, ha confermato che un caso è stato registrato anche nella città di Mbandaka, nella provincia dell'Equatore, situata a 130 chilometri dall'epicentro dell'epidemia e dove vive oltre un milione di persone. Secondo un alto funzionario dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Peter Salama, la diffusione in una grande città potrebbe portare a un "aumento esplosivo" di casi, anche perché Mbandaka si trova sul fiume Congo, usato anche come via di trasporto, e questo potrebbe favorire la diffusione del virus nei Paesi vicini oltre che nella capitale Kinshasa, dove vivono 10 milioni di abitanti.

LA RISPOSTA DI OMS E MSF - Intanto nel Paese la macchina degli aiuti e della sanità internazionale si è messa in moto. Le équipe di emergenza di Medici senza frontiere sono già sul posto e hanno organizzato zone di isolamento e centri di trattamento a Mbandaka e Bikoro. Inoltre l'Oms ha fatto sapere che 26 tonnellate di rifornimenti sono già in viaggio verso Mbandaka (kit medici; kit di disinfezione, indumenti di isolamento, kit igienici, kit per il trattamento dell'acqua, farmaci palliativi ecc.) oltre alle 5.500 unità di vaccini sperimentali già arrivate ieri. In loco ci sono alcuni tra i maggiori esperti di Ebola, che stanno lavorando insieme al ministero della Salute e all'Oms per l'implementazione del vaccino (rVSVDG-ZEBOV-GP), come ulteriore misura di controllo. 

"Questa è la nona epidemia di Ebola in Congo negli ultimi 40 anni. Finora, sono tutte scoppiate in aree remote e isolate, com'è stato per l'ultimo caso dello scorso anno a Likati, quando l'epidemia non si è diffusa", spiega la dottoressa Roberta Petrucci, membro di una delle équipe di Msf sul campo. "Con i nuovi casi confermati a Mbandaka, la situazione è cambiata, ed è diventata più grave e allarmante". "Stiamo lavorando a stretto contatto con il ministero della Salute e le altre organizzazioni sul campo per implementare una risposta coordinata, coerente e rapida per arrestare la diffusione della malattia", ha concluso il medico.