Mercoledì 24 Aprile 2024

Covid, nuova teoria: pandemia partita da un cane procione venduto nel mercato di Wuhan

Un nuovo studio indica nell'animale il responsabile dell'origine dell'infezione da Coronavirus. Pipistrelli, pangolini o cani procioni, l'epicentro è sempre al mercato di Huanan

Roma, 17 marzo 2023 - C'è un nuovo sospetto 'untore' per il Covid, sarebbe il cane procione, animale appartenente alla famiglia della volpe. Questi animali vengono infatti venduti al mercato di Huanan a Wuhan, da dove sarebbe partita l'infezione di Coronavirus, e quindi secondo un nuovo studio potrebbero essere i responsabili del via alla pandemia con la trasmissione dell'infezione all'uomo. 

Cane procione
Cane procione

La nuova ipotesi è stata fatta da tre ricercatori, che lavorano e studiano tra Stati Uniti e Australia, che in uno studio non pubblicato su riviste scientifiche, i cui risultati sono stati anticipati dal periodico The Atlantic. I tre avrebbero raccolto le prove genetiche della presenza del virus in animali presenti al mercato di Wuhan. La ricerca comunque è in fase di revisione da parte di una rivista del gruppo Nature.

Katherine J. Wu, microbiologa che ha lavorato al New York Times prima di approdare a The Atlantic, nell'articolo della rivista ha spiegato che la scoperta è avvenuta quasi per caso: sono state pubblicate sul database aperto Gisaid, probabilmente per sbaglio, alcune sequenze genetiche provenienti dai rilievi effettuati al mercato di Huanan nelle primissime fasi della pandemia. I ricercatori sono riusciti a scaricarle, e hanno avviato un'analisi in tempo prima che le sequenze fossero rimosse. 

Erano dati già analizzati dagli scienziati cinesi, da cui non era emerso nulla. Ma nell'analisi effettuata a Kristian Andersen (Istituto Scripps), Edward Holmes (Università di Sidney) e Michael Worobey (Università dell'Arizona a Tucson), è invece emerso del materiale genetico animale, e la gran parte di esso portava al cane procione. Secondo i ricercatori le sequenze provenivano da un animale infetto.

La scoperta è un forte indizio, ma non la prova definitiva, hanno sottolineato alcuni ricercatori consultati da Katherine J. Wu. Infatti la scoperta non esclude che altri animali possano aver portato il virus SarsCoV2 al mercato di Huanan e che i cani procioni siano a loro volta stati infettati, quindi restano aperti diversi interrogativi. Comunque i risultati dello studio, se saranno confermati, avvalorano la tesi di un'origine naturale del virus e quelle che situavano l'epicentro della pandemia al mercato di Wuhan.