Giovedì 9 Maggio 2024

Uccisi col fentanyl per l’eredità: coppia inglese milionaria tradita dal “caro amico”

Luke D’Wit è stato condannato per aver assassinato Stephen e Carol Baxter, dopo averli manipolati per anni con droghe e account fake

Stephen Baxter, Carol Baxter e Luke D'Wit (foto Essex Police)

Stephen Baxter, Carol Baxter e Luke D'Wit (foto Essex Police)

Londra, 20 marzo 2024 – Uccisi con il fentanyl per l’eredità: una drammatica storia da film, che è diventata realtà nell’Essex, in Inghilterra. Le vittime della tragedia sono i coniugi Stephen e Carol Baxter, di 61 e 64 anni rispettivamente, imprenditori milionari e proprietari di un’azienda produttrice di tappetini da bagno. I due sono stati trovati morti nella loro abitazione di West Mersea il 9 aprile 2023. Oggi, il 34enne Luke D’Wit è stato giudicato colpevole all’unanimità da parte di una giuria della Chelmsford Crown Court. La sentenza sarà comunicata prossimamente.

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Secondo quanto pubblicato nel report della polizia dell'Essex, la vicenda ha inizio addirittura nel 2014, quando i Baxter si sono rivolti a D’Wit – di professione informatico, conosciuto tramite amicizie comuni – per realizzare il sito web della loro azienda. Con l’andare degli anni il ragazzo si è progressivamente avvicinato alla famiglia, stando a fianco di Carol durante il trattamento per una condizione alla tiroide. Dopo il ritrovamento dei corpi, D’Wit ha infatti dichiarato alla polizia di essere stato come ‘un figlio adottivo’ per la coppia.

Una vicinanza che però non era ugualmente ben percepita dai Baxter. La Bbc riporta che la figlia Ellena ha affermato che i genitori erano “irritati” dalla frequente presenza dell’informatico a casa loro, considerato “nerd e strambo”. E la vicinanza a Carol durante la malattia non sarebbe stata genuina: D’Wit le avrebbe fatto conoscere online una presunta dottoressa statunitense – Andrea Bowden – che le avrebbe offerto consigli privi di basi cliniche, causa di un peggioramento della salute della donna. Dietro al profilo dell’esperta non c’era altri che l’informatico stesso. L’uomo avrebbe inoltre utilizzato 80 diversi dispositivi elettronici per creare una ventina di account fake di fantomatici pazienti della dottoressa Bowden, così da rassicurare e manipolare i Baxter. 

Nell’aprile dello scorso anno, con modalità non del tutto chiarite, D’Wit avrebbe somministrato alla coppia una dose importante di fentanyl – un oppioide cento volte più forte della morfina – installando contestualmente una telecamera nel soggiorno, per monitorare l’andamento della situazione ed assicurarsi che la quantità fosse effettivamente letale. A posteriori, Ellena Baxter sostiene che l’uomo avesse sempre tenuto sotto scacco i coniugi ‘stordendoli’ con droghe e medicinali.

Assieme ai corpi, nell’abitazione è stato ritrovato un testamento falso scritto da D’Wit, ben diverso da quello depositato da Stephen e Carol nell’archivio del proprio avvocato. Secondo al versione manipolata, l’azienda di famiglia sarebbe passata in mano ad Ellena, ma con una sorta di ‘reggenza’ da parte dell’informatico, definito “caro amico” nelle carte. Quando la figlia avrebbe compiuto trent’anni, avrebbe preso possesso della direzione dell’impresa, ma senza la possibilità di rimuovere D’Wit dalla sua posizione di dirigente. 

Insomma, i dettagli che non trovavano erano parecchi. Dopo diverse settimane dal delitto, i test tossicologici hanno evidenziato la positività della coppia al fentanyl, ritrovato in quantità copiose nell’abitazione di D’Wit, in quanto prescritte da un medico al padre, morto di tumore nel 2020. Oltre al medicinale, sono state trovate confezioni di puntine metalliche, rinvenute anche nello stomaco di Carol Baxter. 

"Luke D’Wit ha distrutto tutto ciò che avevamo a cuore e ogni memoria passata e futura che avremmo potuto condividere”, ha dichiarato Harry Baxter, figlio delle vittime. “Spero che la famiglia di Stephen e Carol potrà ricostruire le proprie vite – ha espresso il detective sovrintendente Rob Kirby – Mi auguro sia quantomeno di conforto per loro sapere che ora il responsabile è dove dovrebbe essere”. 

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