Roma, 5 settembre 2024 – A quasi due mesi dalle elezioni, la Francia ha un nuovo primo ministro: in una nota, l’Eliseo ha annunciato la nomina di Michel Barnier alla carica per “costruire un governo di unità al servizio del Paese e dei francesi”. Diverse volte commissario europeo, nonché negoziatore-capo per la Brexit, il 73enne è esponente del partito di centrodestra dei Repubblicani.
Il passaggio di consegne con il premier uscente Gabriel Attal è atteso per le 18 di oggi.
Mélenchon: “Elezioni rubate”
Pioggia di critiche dalla sinistra. “Le elezioni sono state rubate – ha tuonato Jean Luc Mélenchon, leader di La France Insoumise – Non sarà il Nuovo fronte popolare, arrivato primo alle elezioni legislative, ad avere il primo ministro e la responsabilità di presentarsi davanti ai deputati”. Una scelta che, secondo il politico radicale, sorride a Marine Le Pen: “Mentre il secondo turno delle elezioni legislative era stato interamente focalizzato sulla sconfitta del Rassemblement national – ha dichiarato ricordando l’accordo con Renaissance – E' la personalità più vicina alle sue posizioni a essere designata”.
Faure: “Negazionismo democratico”
Fa eco il leader dei socialisti, Olivier Faure: “Stiamo entrando in una crisi di regime – ha scritto su X – il negazionismo democratico ha raggiunto il suo apice: un primo ministro del partito che si classificava al quarto posto e che non ha nemmeno partecipato al fronte repubblicano”.
Le Pen: “Sembra soddisfare i criteri. Rispetti i nostri elettori”
Apertura invece da parte di Marine Le Pen, che rifiuta di parlare categoricamente di sfiducia: “Saremo attenti al progetto che porterà avanti e attenti a garantire che le aspirazioni dei nostri elettori, che sono un terzo dei francesi, vengano ascoltate e rispettate”. La leader del Rassemblement national – favorito alle elezioni ma sconfitto al secondo turno dall’accordo tra sinistra e Macron – Esigeremo che il nuovo capo del governo rispetti gli 11 milioni di francesi che ci hanno votati e che rispetti le loro idee”. “Sembra soddisfare almeno il primo criterio che avevamo richiesto – ha dichiarato Le Pen all’emittente Lci – cioè un uomo rispettoso delle diverse forze politiche e capace di sapersi rivolgere al nostro partito”.
Quarantacinque anni in politica
Barnier è entrato in politica nel 1978, venendo eletto all’Assemblea nazionale tra i neogollisti, al cui movimento giovanile ha aderito addirittura a 14 anni. Nel 1993 il primo incarico di governo, quello di ministro dell’Ambiente, a cui è seguita la guida dei dicasteri di Affari Europei, Affari Esteri e Agricoltura.
Barnier ha passato buona parte della sua carriera politica tra le istituzioni europee: è stato commissario per le Politiche Regionali dal 1999 al 2004 sotto la presidenza di Romano Prodi, e per il Mercato Interno e i Servizi dal 2010 al 2014. Per un breve periodo nel 2014 si è occupato del commissariato Ue per l’Industria e l’Imprenditoria. Nel 2016, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker lo ha nominato negoziatore capo per la Brexit.
E’ ora destinato a diventare il primo ministro più anziano della Quinta repubblica francese, a capo di un governo di coalizione dopo il fallimento dei nomi precedentemente valutati da Macron: Lucie Castets (proposta dalla sinistra), Bernard Cazeneuve, Thierry Beaudet e Xavier Bertrand.