Roma, 19 ottobre 2019 - Nella giornata chiave a Londra per la Brexit la situazione si complica ulteriormente. Riunito per la prima volta di sabato dopo 37 anni (non accadeva dal 1982), il parlamento di Westminster doveva pronunciarsi oggi sul nuovo accordo raggiunto a Bruxelles in extremis per uscire dall'Ue. Ma è arrivato uno stop al premier Boris Johnson. E' passato infatti l'emendamento che rinvia il voto sul deal e impone una proroga.
L'emendamento che dà l'alt alla Brexit
Il testo, promosso dal dissidente Tory, Oliver Letwin - che afferma di essere favorevole all'accordo raggiunto dal premier Boris Johnson con l'Ue, ma di voler essere sicuro di evitare ogni rischio di no deal "per errore" - ha avuto il sostegno trasversale di altri 'ribelli' conservatori, degli unionisti nordirlandesi del Dup e della gran parte dei deputati dei partiti di opposizione. Ha ottenuto 322 sì contro 306 no. Esso di fatto mira a imporre una nuova proroga della Brexit: suggerendo la sospensione della ratifica del deal fino all'approvazione di tutta la legislazione connessa, se necessario anche oltre la scadenza del 31 ottobre, contro il volere di Johnson.
Ma Boris Johnson non molla
Il premier britannico però tira dritto verso la Brexit. "Non negozierò un rinvio con l'Ue e la legge non mi obbliga a farlo", ha spiegato il premier dopo il voto. "La cosa migliore è uscire il 31 ottobre". Ma il leader dell'opposizione laburista, Jeremy Corbyn, ha accolto con favore lo stop e ha ammonito il premier a "rispettare la legge" anti-no deal e a chiedere ora una proroga dell'uscita dall'Ue oltre il 31 ottobre. Il Parlamento "non si farà ricattare", ha aggiunto. Stesso avvertimento dalla LibDem Jo Swinson e dall'indipendentista scozzese Ian Blackford, secondo cui Johnson "non è al di sopra della legge" e "sarà portato in tribunale" se non chiederà la proroga.
Ue: Londra ci informi sui prossimi passi
"La Commissione europea prende atto del voto della Camera dei Comuni sul cosiddetto emendamento Letwin. L'emendamento indica che l'accordo di ritiro stesso non è stato messo ai voti oggi. Spetterà al governo del Regno Unito informarci al più presto sulle fasi successive". Così il portavoce della Commissione, Mina Andreeva. Nessun commento invece da parte del Consiglio Ue. Commenta con un tweet il Commissario designato per gli Affari economici della Ue, Paolo Gentiloni: "Westminster vota per il rinvio contro BorisJohnson. Un milione in piazza per il secondo referendum. Grande è il disordine sotto il cielo di Brexit".
#Westminster vota per il rinvio contro #BorisJohnson. Un milione in piazza per il secondo referendum. Grande è il disordine sotto il cielo di #Brexit
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) 19 ottobre 2019
La marcia per il secondo referendum
Intanto gli organizzatori della marcia in corso a Londra in favore di un secondo referendum sulla Brexit affermano di aver portato in piazza "un milione di persone". La stima non ha conferme di fonte indipendente e rispecchia il numero che i promotori avevano rivendicato anche in una precedente occasione.
All'annuncio dell'approvazione a Westminster dell'emendamento che prevede il rinvio del voto sulla Brexit, sono scattati gli applausi e le urla di gioia. In prima fila tra i manifestanti c'è anche il sindaco di Londra, Sadiq Khan, da sempre contrario all'uscita della Gran Bretagna dall'Ue.