Sabato 9 Novembre 2024
UN BOATO
Esteri

Blitz nella sede aerospaziale. Boato e spari: cinque morti. Ankara accusa i curdi del Pkk

Commando di tre persone apre il fuoco nel centro dell’industria della Difesa. Ventidue i feriti, uccisi due assalitori. Erdogan: "L’asse del male perderà".

Blitz nella sede aerospaziale. Boato e spari: cinque morti. Ankara accusa i curdi del Pkk

Commando di tre persone apre il fuoco nel centro dell’industria della Difesa. Ventidue i feriti, uccisi due assalitori. Erdogan: "L’asse del male perderà".

di Marta Ottaviani

ANKARA

Un boato, gli spari e quattro cadaveri a terra. La Turchia era convinta di aver archiviato la stagione degli attentati terroristici, ma non aveva fatto i conti con capitoli che si ritenevano sulla strada dell’archiviazione e che invece sono più aperti che mai. Come, del resto, lo sono le ipotesi sulla paternità dell’attentato, anche se il governo ha puntato il dito contro l’organizzazione separatista del Pkk, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan. Il terrore è tornato a colpire la Mezzaluna ad Ankara, nella sede principale di una delle maggiori industrie del Paese, una di quelle su cui Erdogan ha investito maggiormente: la Turkish Aerospace Industries (Tai), l’azienda aerospaziale turca, che sovrintende anche molti progetti nel campo della Difesa.

Erano da poco passate le 15.30, le 14 in Italia, quando una macchina non riconosciuta si è avvicinata al cancello di ingresso della struttura. Il conducente e una donna sono scesi, si sono allontanati e l’hanno fatta detonare, cogliendo completamente di sorpresa le guardie all’ingresso. Da quel momento, per quasi un’ora, si è scatenato l’inferno. I due terroristi, armati, si sono addentrati nel complesso. Il bilancio è di 5 morti e 22 feriti. Di questi, tre sarebbero in gravi condizioni. La strage non ha assunto dimensioni maggiori per l’intervento, massiccio, della polizia e delle forze speciali antiterrorismo, e anche per il fatto che la sede della Tai di Kahramankazan, a una quarantina di chilometri dal centro della capitale Ankara, è enorme. Le distanze da percorrere a piedi sono considerevoli e lo diventano ancora di più se si è armati e non si sa di preciso dove colpire. Questi due fattori hanno permesso agli otto tecnici di Leonardo di uscire indenni dall’attentato. Ma nei primi minuti dopo la notizia si temevano numeri ancora più tragici: si erano diffuse indiscrezioni che profilavano un bilancio ben più pesante e raccontavano di un commando formato da diversi terroristi.

I due attentatori sono stati neutralizzati con relativa facilità, e uccisi. Ma il colpo per la Turchia è comunque fortissimo. Il ministro dell’Interno, Ali Yerlikaya, ha spiegato che ci sono ben nove magistrati che stanno lavorando sul caso, conducendo indagini a tutto campo. Le ipotesi, almeno quelle governative, portano al Pkk, Partito dei Lavoratori del Kurdistan, sempre più avvelenato contro il presidente Erdogan a causa della repressione interna e della sua politica estera in Siria, dove ha di fatto stabilito una zona di influenza nel nord a scapito dei curdi siriani e in particolare dello Ypg, corrispettivo locale del Pkk. In serata la Turchia ha annunciato di avere bombardato obiettivi del Pkk in Siria e Iraq.

Il fatto che l’attacco sia avvenuto mentre il presidente turco si trovava a Kazan, da Vladimir Putin, suo alleato proprio in Siria, è la dimostrazione che la politica estera, assertiva ed esuberante, di Ankara ha portato maggior lustro in sede internazionale, ma ha moltiplicato i nemici. La Mezzaluna, infatti, deve guardarsi anche dal terrorismo di matrice islamica. Che, in questo frangente, non è il primo sospettato, ma che potrebbe tornare a colpire in modo strutturato. Non a caso, il presidente Erdogan ha dichiarato che "nessun gruppo terroristico raggiungerà i suoi obiettivi".

Negli ultimi anni la Turchia è stata colpita da numerosi attentati. Tra il 2015 e il 2016 l’Isis e gruppi vicini al Partito dei lavoratori del Kurdistan avevano rivendicato l’uccisione di centinaia di persone con azioni in varie città del Paese. A gennaio di quest’anno uomini armati sono entrati in una chiesa di Istanbul uccidendo un uomo (attacco rivendicato dall’Isis), mentre nel novembre del 2022 sei persone avevano perso la vita dopo un’esplosione nella via pedonale del centro di Istanbul, che aveva portato al ferimento di altri 81. Il governo attribuì l’azione al Pkk sebbene il gruppo armato curdo, ritenuto terrorista da Ankara, negò ogni responsabilità.