Venerdì 3 Maggio 2024

Alexandra al 112 prima di essere uccisa: "Aiuto, sta tornando". "Ho altre chiamate"

L'operatore, poliziotto, le ha risposto stizzito: "Non posso stare al telefono con lei, ho altre chiamate". Poi la 15enne è stata stuprata e uccisa

Alexandra Macesanu (da Facebook)

Alexandra Macesanu (da Facebook)

Roma, 6 agosto 2019 - Era sparita lo scorso 24 luglio in Romania, dopo aver fatto l'autostop per tornare a casa. Ma la 15enne Alexandra Macesanu, dopo essere stata rapita dall'aguzzino che l'aveva caricata, era riuscita a impossessarsi di un telefono e a chiamare il 112. "Per favore non riattaccate, ho davvero paura", le sue ultime disperate parole prima di essere stuprata e uccisa da Gheorghe Dinca, un meccanico 65enne che ha confessato il suo omicidio e quello di un'altra ragazza. Non l'ha accompagnata a casa, l'assassino, ma dopo averla raccolta dalla strada l'ha portata nella sua abitazione a Caracal, a 145 chilometri da Bucarest. E' lì che Alexandra, approfittando probabilmente di un momento di distrazione di Dinca, ha afferrato un telefono e ha chiamato il 112. Ma l'agente non ha compreso la gravità della situazione. E, anzi, ha perso la pazienza. L'audio e le trascrizioni di quelle telefonate sono stati pubblicati in questi giorni dallo zio della giovane vittima, sulla sua pagina Facebook. Il grido disperato di aiuto della ragazzina ha generato indignazione e rabbia in Romania. A centinaia sono scesi in piazza per manifestare contro il governo. La protesta ha raggiunto livelli tali che il capo della polizia e due funzionari locali sono stati costretti alle dimissioni.

Alexandra Macesanu, gli audio choc

"Per favore venite presto, credo stia tornando", supplicava disperata Alexandra mentre dava al poliziotto del 112 i dettagli della sua posizione. Ma chi era dall'altra parte non le ha dato peso. "Non posso stare al telefono con lei, ho altre chiamate", l'ha liquidata l'agente Vasilica Viorel Florescu. Aggiungendo che una volante della polizia sarebbe stata da lei "in 2-3 minuti", prima di perdere la pazienza e addirittura alzare i toni con chi stava per essere stuprata e uccisa. "E che cavolo! Calmati, la macchina è già sulla strada". Ma prima che la polizia individuasse la casa in cui Alexandra Macesanu era tenuta prigioniera, sono passate 19 ore. Quando gli agenti sono finalmente entrati, era ormai troppo tardi.

CRISI DI GOVERNO SFIORATA - Il caso della 15enne Macesanu ha portato il governo romeno sull'orlo della crisi. Oltre al capo della polizia, anche la ministra dell'Educazione, Ecaterina Andronescu, è stata rimossa dall'incarico in seguito a commenti giudicati quanto meno controversi sulla vicenda. "Mi è stato insegnato a non salire in auto con uno sconosciuto", le sue parole a una radio. La premier Viorica Dancila ha definito le frasi della ministra "profondamente sbagliate", l'ha accusata di mostrare "incapacità di comprendere" e l'ha quindi silurata. La Andronescu, dal canto sua, ha affermato che non era sua intenzione colpevolizzare la vittima.