Giovedì 2 Maggio 2024

Il boom dell’usato in Italia, chi acquista ‘second hand’ e quanto si guadagna con le vendite

L’esplosione del mercato di seconda mano, soprattutto online. Vale l’1,3% del Pil. E l’ambiente ringrazia

Mercato di seconda mano, sembra che il guadagno medio degli italiani nel 2023 sia stato di circa 850 euro

Mercato di seconda mano, sembra che il guadagno medio degli italiani nel 2023 sia stato di circa 850 euro

Roma, 23 aprile 2024 - Sostenibile, cool e alla moda: quella della ‘second hand’ è oggi una realtà consolidata nel settore vendite. Tra vintage store, mercatini dell’usato e piattaforme di compravendita dell’usato tra privati come Vinted, sempre più italiani, soprattutto le ultime generazioni, preferiscono acquistare abiti e prodotti di seconda mano, delineando un vero e proprio trend dell’usato. Tanto che, come rivela l’ultimo report di Bva Doxa per Subito, l’usato è passato da scelta occasionale a trend maggioritario. Non solo, ma chiudendo il 2023 con un volume d’affari di 26 miliardi di euro, il mercato di seconda mano e del pre-loved ha sfiorato l’1,3% del Pil nazionale.

Gli italiani cambiano mentalità

La second hand, una volta considerata con pregiudizio, è ora la prima scelta per il 61% dei praticanti, evidenziando un cambio di mentalità. L’Osservatorio Second hand Economy di Bva Doxa evidenzia come crescere siano sia la frequenza (il 76% degli acquirenti e il 71% dei venditori ha dichiarato infatti di fare second hand almeno due volte all’anno) sia il numero di oggetti acquistati o venduti (per l’81% pari o maggiore rispetto all’anno precedente). Dal 2014 a oggi, gli italiano che acquistano prodotti di seconda mano sono passati da 19 milioni a 26 milioni, di cui un 19% ha dichiarato di essersi avvicinati alla second hand per la prima volta (+6 punti percentuali rispetto al 2022). Possiamo dunque affermare che nel 2023, la mania del second hand si piazza al terzo posto tra i comportamenti sostenibili messi in atto dal 60% degli italiani, dopo la raccolta differenziata (91%) e dall’acquisto di lampadine a Led (68%).

Chi acquista di più, cosa e perché

Il report è in grado di rivelarci anche i cluster socio-demografici degli italiani che preferiscono il second hand. Al primo posto troviamo la GenZ con (88%), a seguire Millennials e Generazione Y, in particolar modo tra i 35 e i 44 anni d’età (76%) e infine le famiglie con bambini (75%). Tra chi ha acquistato second hand, il 57% ha dichiarato di averlo fatto principalmente per risparmiare. Il risparmio resta stabilmente il primo driver di acquisto, ma quanto impatta davvero sulle tasche degli italiani? Per il 59% degli intervistati il risparmio è molto o abbastanza, a conferma che la second hand sia un alleato concreto nella gestione del bilancio familiare. In particolare, il risparmio percepito rispetto al corrispettivo bene nuovo si attesta intorno al 40%, percentuale che cresce per alcune categorie come Biciclette (48%), Abbigliamento e Accessori (47,4%) e Articoli per Bambini (47%).

Il boom dell’usato

Il report ha calcolato i numeri del second hand: nel 2023, il volume d’affari complessivo generato ha raggiunto il picco di 26 miliardi di euro (+44% rispetto al primo anno di rilevazione), che rappresentano l’1,3% del PIL nazionale. Di questo boom responsabile è anche una compravendita sempre più e-commerce like. È innegabile che tale crescita sia influenzata tanto dall’età anagrafica dei consumatori, che come abbiamo visto raccoglie principalmente nativi digitali, quanto dai canale online attraverso cui le persone acquistano. Nel 2023, infatti, è altresì cresciuta la forbice tra chi ha utilizzato il canale online rispetto all’offline (71% online vs. 60% offline per gli acquisti; 72% online vs. 36% per le vendite).

Ma quanto si guadagna?

Per quanto riguarda il guadagno, l’usato si piazza solamente al terzo posto come driver di vendita. Sembra che il guadagno medio degli italiani nel 2023 sia stato di circa 850 euro, una piccola entrata quindi, che incide sul budget annuale molto o abbastanza solo per il 17% degli intervistati. Sebbene il 33% di essi lo faccia per soldi, tuttavia non è il guadagno la ragione principale per cui gli italiani vendono oggetti usati: il 77%, infatti, è spinto dalla necessità di fare spazio, mentre il 36% dalla volontà di allungare la vita degli oggetti evitando così gli sprechi.

Lo shopping pre-loved

Non è un caso allora che il canale preferenziale degli italiani per la compravendita di beni di seconda mano sia il mercato pre-loved, scelto dal 63% degli intervistati. Come evidenzia la ricerca, infatti, il pre-loved - che si differenzia dall’usato più per una questione di percezione semantica positiva - genera il 50% del valore economico complessivo, ovvero 13 miliardi di euro. Questa forma di shopping green - che come suggerisce il nome “precedentemente amato” consiste nel dare nuova vita a oggetti particolarmente amati e curati ma che non si usano più, di fatto vendendoli - è sempre più utilizzata. In questo modo, chi fa second hand nel 58% dei casi rimette in circolo gli oggetti acquistati, dando loro una terza vita. “Accanto all’impatto economico, è sempre più rilevante quello ambientale: il 58% degli oggetti acquistati usati viene poi rivenduto, regalato o donato, innescando un circolo virtuoso che prolunga ulteriormente la loro vita. Dato che fa ancora più effetto se paragonato al comportamento di chi non fa second hand, che nel 42% dei casi butta ciò che non usa più, anche se ancora in buono stato. Uno spreco, ma anche un costo in termini ambientali a carico del pianeta e della collettività” spiega Giuseppe Pasceri, Ceo di Subito.

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