Venerdì 13 Dicembre 2024
ANDREA TELARA
Economia

Unicredit-Bpm, l’economista Pinardi: "Assurde le resistenze a creare grandi gruppi"

Il prof della Bocconi sulla scalata di Unicredit: ma in Europa non ci sono colossi

La Unicredit Tower a Milano (ImagoE)

La Unicredit Tower a Milano (ImagoE)

Milano, 26 novembre 2024 – "Non sarà un’operazione facile, almeno a giudicare dal responso dei mercati finanziari". Carlo Maria Pinardi, professore di Finanza alla Bocconi, dice la sua sulla scalata di Unicredit a Banco Bpm, ritenendo che i giochi siano tutt’altro che conclusi, anche se l’operazione "ha comunque un suo senso e non è incompatibile con quella che la stessa Unicredit vorrebbe fare in Germania con Commerzbank".

Perché non sarà facile?

"A decretarlo è stato il mercato borsistico, che ieri ha penalizzato Unicredit e premiato Banco Bpm, giudicando troppo bassi i valori di scambio degli scalatori".

Dunque?

"Se vorrà avere successo, probabilmente Unicredit dovrà fare un’offerta più impegnativa. Ma il ceo Orcel ha sempre detto di voler mettere in campo solo operazioni realmente convenienti. Per questo dico che la scalata non sarà facile".

Ma ha senso creare un big nazionale di tali proporzioni?

"Qualunque operazione di crescita ed espansione può avere un senso. A essere prive di senso sono le espressioni di chi parla di big o giganti bancari. Negli Usa abbiamo colossi come Jp Morgan che hanno capitalizzazioni di mercato di centinaia di miliardi di dollari. In Europa non c’è niente di paragonabile. Hsbc è un caso particolare e Ubs è Svizzera e non ha origine nell’Ue. Tolti questi due casi, il più grande gruppo europeo è lo spagnolo Santander che capitalizza meno di 70 miliardi, poca roba in confronto ai grandi gruppi americani e globali".

Quindi la scalata a Banco Bpm non è incompatibile con l’operazione che Unicredit vorrebbe realizzare su Commerzbank?

"Assolutamente no. E perché mai dovrebbe esserlo? Su Commerzbank, Orcel ha preferito attendere l’esito delle prossime elezioni tedesche, nel febbraio prossimo. Si tratta però di due operazioni che possono essere realizzate entrambe. Detto questo, mi permetta di sottolineare un punto".

Quale?

"Trovo assurde le resistenze che arrivano dal mondo politico come avvenuto in Germania, dove ci si oppone alla creazione di un grande gruppo di dimensioni transnazionali e continentali. Per lo stesso motivo trovo fuori luogo le affermazioni del ministro Salvini, il quale ha detto che Unicredit è una banca straniera, mentre è risaputo che ha un azionariato diffuso con una forte presenza di soci italiani".

Il business bancario sarà caratterizzato sempre più da grandi gruppi?

"Francamente, non ho ben chiaro di cosa si stia parlando. Ripeto: in Europa non abbiamo gruppi di dimensioni analoghe a quelle delle banche che operano e competono su scala globale. Non si capisce perché dovremmo preoccuparci se nascono realtà più grandi di quelle attuali".