Il gruppo Tip chiude i primi tre mesi del 2024 con un utile netto consolidato pro forma di 29,4 milioni, che cresce di oltre il 50% rispetto ai 19,6 milioni al 31 marzo 2023. Il patrimonio netto consolidato al 31 marzo 2024 è di circa 1,48 miliardi, rispetto agli 1,44 miliardi al 31 dicembre 2023. "L’ottimo risultato del trimestre è riferibile essenzialmente all’ulteriore buon contributo ai risultati da parte delle società collegate, tra i quali va in particolare segnalato quello molto positivo di Ovs (riferito al periodo novembre 2023-gennaio 2024), più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente, nonché alle plusvalenze realizzate sul completamento del disinvestimento da Prysmian", precisa Giovanni Tamburi, fondatore, presidente e amministratore delegato della banca d’affari.
Nella sua recente lettera agli azionisti Tamburi esordiva con un "strana tempora currunt". "In effetti – chiarisce – il periodo che stiamo vivendo è strano, difficilmente decifrabile. Da una parte infatti la recessione più annunciata degli ultimi decenni assai probabilmente non ci sarà, dall’altra le banche centrali continuano a cincischiare nell’avvio di quell’abbassamento dei tassi di interesse, anch’esso tanto annunciato ma che sembra non arrivare mai". I mercati finanziari macinano record, ma le valutazioni nelle operazioni di mergers and acquisitions continuano, seppur piano, a scendere. Diverse le cause. Di certo Tip, come precisa la nota sui conti del trimestre, vede aumentare il numero dei dossier di potenziale investimento, "ma continuiamo a non vedere urgenza di concretizzare operazioni, se non di particolare interesse. Dai 3,2 trilioni di dollari di invenduto dei fondi di private equity ci aspettiamo infatti molti potenziali deals, ma la sensazione generale è che, almeno per ora, la consapevolezza di una decisa svolta su tali mercati non voglia esser presa in seria considerazione".
Circa la sua strategia, Tamburi annuncia che "continueremo innanzitutto a sostenere le partecipate nelle loro politiche di sviluppo, anche non organico e, con l’usuale prudenza, a valutare nuove operazioni di acquisizione ed anche di Ipo che, proprio in funzione di quanto appena citato, potrebbero, tra quest’anno e il prossimo, tornare di grande attualità".
S. N.