Sabato 27 Luglio 2024
MADDALENA DE FRANCHIS
Economia

"Sta nascendo un nuovo Made in Italy. Le agroenergie saranno protagoniste"

Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, spiega i vantaggi delle fonti rinnovabili prodotte dal settore

"Sta nascendo un nuovo Made in Italy. Le agroenergie saranno protagoniste"

"Sta nascendo un nuovo Made in Italy. Le agroenergie saranno protagoniste"

Negli ultimi anni l’abbiamo vista spesso sul banco degli imputati, accusata ora di sfruttamento eccessivo dei suoli, ora di spreco di risorse preziose come l’acqua, ora di un generale impoverimento della biodiversità, immolata sull’altare della produttività a ogni costo. L’agricoltura, si legge anche nell’ultimo rapporto del Wwf sugli effetti della crisi climatica sul mercato alimentare, è "causa e vittima del suo stesso impatto ambientale". Un’accusa che il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, respinge con forza: "non conosco agricoltori che inquinino – dichiara – Anzi, se c’è qualcuno che ha bisogno di risorse naturali sane per costruire del buon cibo, è proprio l’agricoltore. Il settore giocherà un ruolo da protagonista nella transizione verde: non tutti sanno, ad esempio, che oltre il 10% della produzione nazionale di elettricità arriva da fonti rinnovabili agricole".

Può spiegare quali sono le fonti rinnovabili agricole?

"Le ‘agroenergie’ – termine sempre più diffuso per definire l’energia prodotta da imprese agricole, zootecniche, forestali e dall’agroindustria – comprendono i biocarburanti, prodotti per la maggior parte da colture dedicate (biomasse come soia, colza, mais), e i biocarburanti ‘avanzati’, derivanti da biomasse residuali. Per generare elettricità, invece, si utilizzano in misura crescente sottoprodotti di origine biologica, in particolare scarti, residui e rifiuti dalle attività agricole, di allevamento e agroindustriali. Confagricoltura per prima ne ha intuito l’enorme potenziale in vista del raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, confermati dalla recente Cop28".

Risale a oltre 15 anni fa, in effetti, la presentazione del vostro primo progetto per la realizzazione di un impianto a biogas.

"Ne è stata fatta di strada da allora: oggi, grazie ai programmi portati avanti dal governo con i fondi Pnrr, avremo due bandi importanti, uno per l’installazione di fotovoltaico su tetti di stalle e magazzini; un altro, da parte del ministero dell’Ambiente, per la realizzazione di campi fotovoltaici intelligenti, sotto i quali sarà possibile anche la coltivazione".

Il cosiddetto agrivoltaico: l’obiettivo è installare almeno 1,04 gigawatt di sistemi agrivoltaici avanzati entro il 30 giugno 2026. È realistico?

"L’installazione del fotovoltaico dev’essere incentivata, poiché è da qui che passa la riduzione del nostro impatto ambientale. Le lungaggini burocratiche che affliggono da sempre il nostro Paese dovrebbero essere abbandonate in favore di una più decisa virata verso la realizzazione di parchi agrisolari, da un lato, e di impianti per la produzione di biogas, dall’altro".

Grazie alle nuove tecnologie, oltre al biogas è possibile produrre anche il digestato (il risultato, cioè, della degradazione di biomasse agricole e zootecniche) per fertilizzare i campi. Allevamento e azienda agricola come modello di economia circolare?

"L’auspicio è di arrivare a un modello in cui ogni stalla presente sul territorio italiano partecipi, direttamente o in maniera consortile, a un processo di trasformazione delle deiezioni degli allevamenti in energia, con il conseguente taglio di emissioni inquinanti. L’energia potrà essere legata al biogas per la produzione elettrica o convertita in biometano agricolo: un’ottima opportunità per gli operatori, che potranno avvalersi di trattori alimentati a biometano. Sta nascendo un nuovo ‘made in Italy’: sostenibile, fondato su tecnologie all’avanguardia e buone pratiche di nobilitazione degli scarti".