Domenica 5 Maggio 2024

Valorizzare il territorio, sfida vinta nel rispetto dell’autenticità

Valorizzare il territorio

Valorizzare il territorio

L’AUTOCELEBRAZIONE? Non pervenuta. O, quantomeno, se c’è, è discreta, garbata, come si usa dire oggi, è sostenibile. Perché i marchigiani sono così: familiarizzano con il mare appena vengono al mondo ma non amano l’oceano delle parole che sconfinano nella retorica: sono inutili, sprecate, superflue. Perfino la vanità non è propriamente di casa: era stata contenuta perfino nel 2020 quando la famosa Lonely Planet sentenziò che quella bella regione italiana affacciata sull’Adriatico fosse la seconda meta del mondo a meritare assolutamente una visita. Questione di carattere, di indole, di gestione dei sentimenti. Perché nella vita contano le cose vere e genuine.

Come l’autenticità, evocata da Francesco Acquaroli (nella foto a destra) come impronta inconfondibile della Regione che lui presiede, sublimata anche in una serie di leggi e progetti emblematici, come l’istituzione del Distretto biologico più grande d’Europa, la riqualificazione degli agriturismi, il sostegno a forme emergenti di ospitalità (glamping, campeggio di lusso, etc.) e la valorizzazione delle eccellenze agroalimentari che da anni riempiono l’immaginario dei food lovers, italiani e stranieri: tra le altre, il Brodetto di Fano, le olive ascolane, il Ciauscolo, la Crescia d’Urbino, lo stoccafisso all’Anconitana e i vini nobili come il Conero Riserva, il Verdicchio di Matelica Riserva e la Vernaccia di Serrapetrona. Certo, c’è la strada già fatta. E c’è quella che è ancora da fare.

Ma il tempo che passa e scappa via non è necessariamente un elemento ostile. Dalle parti di Pesaro è anzi considerato un complice e un alleato, perché il 2024 è dietro l’angolo; il privilegio di diventare "Capitale Italiana della Cultura" è da solo un investimento sicuro; e – come ripete il sindaco Matteo Ricci (nella foto a sinistra) – il futuro prossimo sarà un "crescendo rossiniano". Citazione nemmeno tanto forzata, perché – è noto – il grande musicista era anche un gourmet assoluto e va da sé che i ristoranti di maggiore qualità abbiano già sposato l’idea dell’Amministrazione Comunale: rianimare e reinterpretare le ricette più appetitose del compositore pesarese. Sullo sfondo, la convinzione che il cibo, quando è buono, sano ed etico, sia un elemento straordinario di attrazione. Se abbinato alla cultura, diventa un driver invidiabile di promozione del territorio.

E in cerca di un’idea forte che faccia da bandiera, nulla di più saggio e anche educativo del bando "Borghi" promosso dalla Regione e dalla Camera di Commercio presieduta da Gino Sabatini, per incentivare gli esercizi commerciali e sviluppare l’imprenditorialità nelle aree più defilate dell’entroterra. Neanche a farlo apposta, le attività legate all’enogastronomia sono quelle che più di altre assicurano la sopravvivenza delle piccole comunità, peraltro supportate dai dati della stessa Camera di Commercio sulle motivazioni di viaggio dei turisti che arrivano nelle Marche: oltre il 16% raggiunge la regione esattamente per vivere esperienze legate al gusto. È il mantra che ritorna: il cibo come attrattore formidabile. Come fattore di vita. E come inalienabile diritto civile.

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