Domenica 5 Maggio 2024

Bioraffinerie per una mobilità più sostenibile

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UN PERCORSO di decarbonizzazione nel settore dei trasporti che punta a ridurre le emissioni generate lungo l’intero ciclo di vita dei prodotti. È quello, nel quale rivestono un ruolo significativo anche biocarburanti e bioraffinerie per una mobilità sostenibile, attraverso il quale Eni prevede il raggiungimento della carbon neutrality al 2050, in linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima. Le recenti crisi pandemica, economica ed energetica hanno evidenziato le criticità dell’approccio ideologico al percorso di decarbonizzazione e transizione ecologica: per questo l’azienda guidata dall’ad Claudio Descalzi (nella foto a destra) ritiene utile un approccio olistico che, basandosi sul principio della neutralità tecnologica, combini tutte le soluzioni (biocarburanti, elettrico, idrogeno, e-fuel e biometano) in maniera sinergica e complementare per ottenere la decarbonizzazione del settore dei trasporti anche nei suoi ambiti cosiddetti hard to abate come la trazione pesante e l’aviazione.

In questo approccio, il ruolo dei biocarburanti, in particolare per il trasporto pesante, è decisivo perché rappresentano un vettore energetico prezioso per dare un contributo concreto e immediato alla riduzione delle emissioni di gas serra e accompagnano il progresso e la diffusione di tecnologie come l’elettrico e l’idrogeno e lo sviluppo delle relative infrastrutture di distribuzione. Eni ha valorizzato asset strategici esistenti destinati alla dismissione salvaguardando aree industriali e assicurandone la sostenibilità economica e sociale: è il caso delle bioraffinerie di Venezia e Gela. La bioraffineria di Porto Marghera, in esercizio dal 2014, è il primo esempio al mondo di conversione di una raffineria di petrolio in bioraffineria per la produzione di biocarburanti idrogenati ottenuti da materie prime biogeniche. Dal 2019 Eni ha inoltre avviato la bioraffineria di Gela dove, nel marzo 2021, è stato avviato e collaudato il nuovo impianto BTU, Biomass Treatment Unit, che consente alla bioraffineria di utilizzare fino al 100% biomasse di scarto.

A ottobre Eni ha definitivamente concluso l’approvvigionamento di olio di palma in uso nelle bioraffinerie di Venezia e Gela: entrambe le fabbriche sono alimentate da oli vegetali usati e di frittura, grassi animali, oli estratti da colture in terreni marginali non in competizione con la filiera alimentare per la produzione di biocarburanti, HVOdiesel, bio-GPL, di bio-jet e di bio-nafta destinata alla filiera della chimica. Entro il 2025 Eni raddoppierà la capacità delle proprie bioraffinerie fino a raggiungere 2 milioni di tonnellate ed entro il prossimo decennio la capacità di bioraffinazione crescerà fino a 6 milioni di tonnellateanno.

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