Giovedì 2 Maggio 2024

Riscatto della laurea con sconto, quando conviene (e a chi)

Il decreto su quota 100 e reddito di cittadinanza contiene anche le nuove regole per il riscatto della laurea, che vede un forte sconto (circa il 50%) ma solo per gli under 45. Capire quando conviene, però, non è così semplice.

Dottorandi durante la cerimonia di fine corso

Dottorandi durante la cerimonia di fine corso

Roma, 22 gennaio 2019 - Se avete pensato di lanciarvi sul riscatto della laurea a fini pensionistici, forse è arrivato il momento giusto. Questa pratica, infatti, rappresenta forse l'opportunità di aumento più sostanzioso della propria carriera contributiva: qualora il lavoratore durante gli anni di durata legale del corso non abbia contemporaneamente lavorato, possono essere aggiunti 4-5-6 anni di contributi a seconda della durata del corso scelto (ovviamente non valgono gli anni passati fuori corso). Negli ultimi tempi, però, il riscatto era diventato un lusso, con costi di 11-12mila euro per ogni anno, il che la renderva poco avvicinabile. Nel decreto per quota 100 e reddito di cittadinanza, il governo ha inserito nuove norme. Va detto, però, che non mancano i paletti per usufruire dello sconto (il primo, più stringente, è che bisogna avere meno di 45 anni), e che è bene rivolgersi singolarmente a un esperto di previdenza per determinare l'operazione possa davvero convenire.   

SCONTI FINO A CIRCA IL 50%

Lo sconto annunciato fa gola a tanti. Si potrà infatti chiedere l'accreditamento da 4 a 6 anni, inclusi i dottorati di ricerca privi di contribuzione e le scuole di specializzazione (come quelle mediche). Non fanno parte del novero dei periodi riscattabili i master, anche se universitari. Con il riscatto 'light' della laurea previsto dal decretone si risparmierà tra il 45% e il 55%, pagando, con una retribuzione lorda annua di 35mila euro, 5.184 euro per ogni anno di studi contro gli 11.150 euro del riscatto ordinario. Per accedervi, però, bisogna avere meno di 45 anni e aver versato tutti i propri contributi nel regime contributivo. Secondo il sottosegretario Claudio Durigon, l'occasione è allettante: "Non sono soldi persi: 5mila euro per ogni anno di riscatto, fino ad un massimo di cinque, tutti deducibili dall'Irpef. Allungano gli anni di contribuzione e fanno anche crescere la pensione futura". 

IL NODO DEL MONTANTE

Detto che sarebbero pronti emendamenti per alzare la quota d'età fino agli under 55, non la pensa così la Fondazione Studi Consulenti: se normalmente riscattando il periodo di studi salgono gli anni di contributi accantonati e aumenta la misura dell'assegno di pensione, cioè aumenta il montante contributivo che genererà l'assegno pensionistico, con la misura varata dal governo aumenta l'anzianità assicurativa e contributiva ma non aumenta il valore della pensione. In questo caso, ovviamente, è buona regola fare due volte i propri conti, visto che l'esborso resta importante. 

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