Mercoledì 24 Aprile 2024

Qualità è la parola d’ordine La sfida di Cantine Riunite & Civ «Vino buono e ambiente sano»

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REGGIO EMILIA

QUALITÀ, sostenibilità e marketing per essere ancora più appetibili sul mercato. Sono queste le linee guida che caratterizzano il 2019 del gruppo Cantine Riunite & Civ, colosso cooperativo del settore vitivinicolo italiano dall’alto dei suoi 1.700 soci conferitori che lavorano circa 4.300 ettari di vigneti, delle 24 cantine associate in Emilia Romagna, Veneto e altre regioni italiane, degli oltre 130 milioni di bottiglie vendute in Italia e nel mondo. Una leadership riconosciuta nei vini frizzanti emiliani quali Lambrusco e Pignoletto. Queste sono le settimane decisive per capire come sarà la produzione 2019. È infatti appena iniziata la vendemmia. Presto quindi per tracciare un bilancio, non per una stima su come sarà il vino che uscirà dagli stabilimenti Riunite & Civ.

«ANCHE DA NOI in Emilia (il cuore pulsante del gruppo, ndr) – sottolinea il direttore generale, Vanni Lusetti – quest’anno la vendemmia avrà un calo di volumi rispetto all’annata scorsa che peraltro fu particolarmente generosa in tutt’Italia con una produzione complessiva di oltre 55 milioni di ettolitri di vino. È normale che dopo un’annata generosa ce ne sia una un po’ più scarsa. Prevediamo in Emilia Romagna una diminuzione del 20%, per l’Emilia in particolare ci aspettiamo un calo attorno al 12-15%». L’altro elemento di novità è che in questo 2019 la vendemmia «è in ritardo di 10-15 giorni rispetto agli ultimi anni per effetto di una primavera fresca con il conseguente ritardo nella fioritura. Abbiamo appena iniziato raccogliendo le qualità precoci. Noi siamo al 10% dell’uva raccolta, completeremo la campagna entro i primi 10 giorni di ottobre». Se la produzione sarà in calo, tutti gli operatori prevedono che dalle bottiglie uscirà un vino di qualità. Anche Lusetti concorda: «Sì, ci attendiamo una bella vendemmia e una buona qualità». Qualità, dunque. Per Cantine Riunite & Civ è «un elemento imprescindibile, non si scappa. Per quanto ci riguarda, anche nel 2019 punteremo sulle nostre produzioni tipiche, Lambrusco e Pignoletto, che rappresentano il nostro radicamento sul territorio. Negli ultimi anni c’è stata un’evoluzione positiva in termini qualitativi ma anche di immagine dei nostri prodotti grazie ad un importante lavoro corale».

L’ALTRA sfida è quella della sostenibilità, di una produzione più rispettosa dell’ambiente: «È un nostro impegno concreto». In quest’ottica va segnalato il progetto per la progressiva riduzione dell’uso di fitofarmaci per combattere i parassiti. «Abbiamo avviato una sperimentazione per una lotta alternativa attraverso la diffusione di insetti utili. Insetti cioè antagonisti dei parassiti. Abbiamo coinvolto circa 1.800 ettari di vigneti sui quali abbiamo lanciato circa un milione e 800mila insetti. I primi risultati sono buoni». Sul piano economico le preoccupazioni si sintetizzano in due parole: dazi e Brexit. Non a caso visto che Usa e Regno Unito sono i due mercati esteri di riferimento. «Trump dà quasi per certa l’applicazione di nuovi dazi, speriamo davvero che questo non avvenga. La Brexit? Se dovessero esserci inciampi di carattere burocratico e doganale (il no deal, ndr) si genererebbero problemi grossi».

CANTINE Riunite & Civ ha chiuso l’ultimo esercizio 2017-2018 (la fiscalità è agosto-luglio) con ricavi in crescita (260 milioni di euro), registrando un patrimonio netto di oltre 166 milioni. L’esercizio si è chiuso con un utile netto pari a 4.95 milioni. Bene i dati dell’export che ha segnato un + 11% con le performance di Asia e Australia. Il fatturato consolidato del gruppo (che comprende anche il Gruppo Italiano Vini) ha superato i 600 milioni di euro.

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