ROMA - L’accordo per l’acquisizione della raffineria di ISAB da parte di Goi Energy in partnership con Trafigura, secondo più grande trader di materie prime al mondo, ha aperto un nuovo capitolo per il futuro dell’impianto siciliano che impiega circa 10.000 lavoratori.
L’incontro tra Isab e le principali sigle sindacali di mercoledì scorso attesta lo stato avanzato della trattativa, che dovrebbe chiudersi entro il 31 marzo. Da una parte le esigenze dei sindacati di accelerare i tempi della vendita con un focus sulle garanzie occupazionali; dall’altra parte la motivazione dell’acquirente a completare l’operazione nei tempi previsti. La firma del contratto di vendita tra l’Isab-Lukoil e Goi Energy e il piano triennale dell’impianto che garantisce la continuità lavorativa e produttiva sono infatti i principali temi su cui ha insistito lo stesso direttore generale di Lukoil, Maniakhine nel corso dell’incontro.
Il piano industriale
Estromesso il colosso russo Lukoil dopo l’embargo del petrolio di Mosca e le sanzioni imposte dall’Unione Europea, l’offerta di Goi Energy è quella che più di tutte ha convinto il Governo italiano e le amministrazioni locali. Il piano industriale presentato alle istituzioni dal management insiste sulla salvaguardia dei posti di lavoro, sugli investimenti sullo sviluppo e la riconversione green della raffineria. Ulteriori garanzie sono state date sul fronte dell’ammodernamento delle strutture esistenti e dell’innovazione dell’impianto.
L’amministratore delegato di Goi Energy, Michael Bobrov, aveva incontrato a gennaio sia il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso sia il Presidente della Regione Siciliana Schifani. E’ infatti massima l’attenzione delle istituzioni nei confronti di questa operazione, che sarà vincente solo se riuscirà a garantire la continuità occupazionale e produttiva dell’impianto. “Mi sembrano persone affidabili”, il commento dello stesso Schifani subito dopo la visita a Palermo della delegazione del Gruppo.
L’accordo Trafigura – Sace allontana i timori di un legame con la Russia
I rumor che si sono rincorsi nei giorni scorsi e secondo cui la Società fosse vicina ai russi sono stati seccamente smentiti dalla stessa Goi Energy, sempre più impegnata nel diventare l’acquirente ideale grazie al know how e ai suoi investimenti europei. “Né la società né il suo amministratore delegato, Michael Bobrov, né i suoi azionisti e amministratori hanno alcun tipo di collegamento con la Russia, con aziende russe, con istituzioni russe e con altri soggetti comunque riconducibili alla Russia. Goi Energy rappresenta un'azienda solida e in rapida crescita, il cui mix di investitori è composto esclusivamente da interessi commerciali greci, israeliani e ciprioti con una lunga esperienza nel settore energetico”, ha affermato Goi Energy in nota diffusa dalla società ai media a ribadire l’assoluta mancanza di legami con Mosca.
Inoltre, un assist che certifica la solidità dell’operazione è arrivato in questi giorni da Sace. La società del Ministero dell'economia e delle finanze ha infatti concesso a Trafigura, partner di Goi Energy nel progetto, un prestito di 500 milioni di dollari per supportare in investimenti su settori strategici per la transizione.
Golden Power, l’ultima parola al Governo
E’ attualmente al vaglio del Governo la documentazione presentata da Goi Energy a inizio febbraio per rispondere ai quesiti previsti dalla normativa del Golden Power. La Società ha dovuto fornire garanzie relative alla salvaguardia occupazionale, agli investimenti per lo sviluppo dell’area e alla solidità finanziaria. Sembra che il piano industriale di Goi Energy partirà da una riconversione green del sito, perché la partite da vincere sono tante e quella della transizione energetica non può essere certo dimenticata.