Si apre un altro capitolo del risiko bancario italiano: il controllo della Banca Popolare di Sondrio sarebbe sul tavolo delle grandi banche d’affari. Stando a rumors di stampa, una banca d’affari statunitense si sarebbe mossa per comprare azioni e costruire una partecipazione consistente nel capitale dell’istituto valtellinese, che ha come socio forte al 19,7% la compagnia assicurativa Unipol. L’operazione dell’investment bank americana sarebbe volta a favorire l’ascesa nel capitale di Pop Sondrio di un’altra banca italiana: secondo il quotidiano, gli indizi porterebbero verso Unicredit. Ieri mattina, però, il ceo Andrea Orcel ha risposto "no" alla domanda di Bloomberg Tv se l’istituto di credito stia acquistando azioni della Popolare di Sondrio che, nel frattempo, stanno salendo a Piazza Affari (ieri il titolo ha chiuso in rialzo del 2,25%).
Nelle ultime settimane Unicredit è stata del resto chiamata in causa su più di un dossier, in Italia e all’estero: Commerzbank in Germania, Monte dei Paschi e ora Popolare di Sondrio in Italia. Al momento, però, l’istituto guidato da Andrea Orcel pare più concentrato su se stesso, attraverso i riacquisti azionari, che sui concorrenti. Lo stesso Orcel ha previsto ieri che la "danza delle fusioni" tra banche andrà avanti ancora a lungo senza che nessuno faccia una mossa. Secondo il banchiere, nonostante le fusioni bancarie siano necessarie per sostenere l’economia europea, l’assenza di una vera unione bancaria europea rende "difficile se non impossibile qualsiasi operazione transfrontaliera".
Il secondo freno alle acquisizioni, più generale, riguarda le "valutazioni che non sono in linea con i fondamentali delle banche", ha detto Orcel in un’intervista a Cnbc. "Se si guarda a molte banche di cui si ipotizza una fusione – è il suo ragionamento – siamo a 6/6,5 volte l’utile, questo significa un premio del 30 o del 20% sul valore e poi, quando si compra, si aggiunge un altro 30%". Quindi meglio proseguire nei buyback, sostiene Orcel, o al limite, continuare l’espansione in Europa centro-orientale, dove Unicredit si è di recente mossa con l’operazione con Alpha in Romania e Grecia.
Per quanto riguarda Popolare di Sondrio, non va poi dimenticato che la banca è alle prese con il rinnovo di un terzo del consiglio di amministrazione. A tal proposito, ieri il consigliere delegato della banca, Mario Alberto Pedranzini, ha detto che il rapporto con il primo azionista Unipol "è ottimo, è un socio eccellente". La compagnia assicurativa detiene quasi il 20% di Pop Sondrio che in aprile andrà al rinnovo di cinque componenti del board. Alla domanda se Unipol chiederà posti nella governance, Pedranzini ha replicato: "Non lo so".
Dopo il Creval, finito nell’orbita di Crédit Agricole, dunque un altra banca valtellinese è al centro del risiko. Sondrio, ex popolare diventata Spa due anni fa, mese dopo mese si è consolidata diventando sempre più appetibile. La banca ha 503 sportelli, di cui oltre 300 in Lombardia. Poi è presente in Liguria, Veneto e nell’area di Roma.