Pam Panorama, il territorio nel carrello «Una forza sempre più local, spazio alle filiere»

Numeri in crescita nonostante lo stallo dei consumi. I piani del gruppo padovano

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Reduce da un altro anno positivo nonostante i consumi siano in una fase di stallo, Pam Panorama si prepara a scelte di politica commerciale in grado di dare una nuova fisionomia al gruppo. Meno ipermercati e più local, formule innovative e originali ma niente americanate, largo spazio alle filiere locali per valorizzare il territorio.

Due miliardi e 600 milioni di fatturato (in crescita del 6% rispetto all’anno scorso), 1.180 punti vendita sul territorio nazionale fra diretti e franchising, 9.500 dipendenti, 100 milioni da investire ogni anno, 12 linee di prodotti a marchio: sono questi i numeri più significativi dell’azienda. Al timone del gruppo (ma sarebbe meglio dire alla cloche, vista la sua laurea in ingegneria aeronautica) c’è Giampietro Corbari (nella foto a destra), 58 anni, che dopo varie esperienze in aziende del settore lattiero caseario, dal 2018 è l’amministratore delegato di questo colosso della grande distribuzione.

L’azienda è un gruppo multicanale, si presenta cioè ai consumatori sotto varie facce: quella degli ipermercati Panorama, quella dei supermercati Pam, quella dei Pam local (format innovativo pensato per la spesa di tutti i giorni) e infine quella dei Pam City, la nuova generazione del negozio di prossimità urbana. Quest’ultimo punto vendita sperimentale ( per ora ce ne sono due, uno a Roma e l’altro a Padova mentre un terzo aprirà in primavera a Milano) ha caratteristiche particolari per rispondere nel modo migliore alle esigenze dei consumatori. Stop alle promozioni ma prezzi convenienti (e vistosamente evidenziati dalle nuove etichette) in tutti i reparti, aree dedicate al «food to go», piatti pronti di gastronomia e rosticceria, prodotti del territorio nelle varie categorie del fresco, dalla frutta e verdura ai salumi e formaggi, per sostenere le piccole imprese locali.

Sui Pam City (che occupano superfici di medie dimensioni, attorno ai 600 mq) e sui Pam local (la vetrina sotto casa) l’azienda punta molto, convinta che gli spazi giganteschi ormai abbiano fatto il loro tempo. Piccolo è bello dunque? Sì, ma solo se continua a garantire prezzi competitivi, vasto assortimento, prodotti freschi di prima qualità, possibilità di spesa facile e veloce.

Ingegner Corbari, come si e’ chiuso il 2019 per Pam e con quali prospettive si apre il 2020?

«Siamo molto soddisfatti, abbiamo chiuso con una crescita del 6 per cento. Presidiando bene il territorio, essendo molto focalizzati sui bisogni del consumatore locale, si riescono a percepire e a velocizzare i processi commerciali. In un contesto di mercato difficile questa velocità di esecuzione è determinante. Nel 2020 pensiamo di crescere ulteriormente. Abbiamo una catena che ha messo al primo posto la crescita in un mercato che prevede nei prossimi anni dei processi di aggregazione, con le piccole catene che dovranno inevitabilmente trovare casa da qualche parte».

Quali i progetti più immediati? «L’ammodernamento dei punti vendita e un consistente aumento dei Pam local. Questi ultimi rappresentano oggi un vero punto di forza del nostro gruppo. Oggi sono 110, ma ne apriremo altri 30 quest’anno e altri 30 l’anno prossimo».

Su quali aree del Paese investirete di più?

«Nelle aree dove siamo già forti, Nord Est e Nord Ovest, e poi in quelle aree dove siamo presenti solo con ipermercati ma abbiamo bisogno di rafforzarci, ad esempio nel Lazio».

E invece in quelle zone dove siete più deboli o non siete presenti?

«Lì cerchiamo delle relazioni con imprenditori locali che sposino un progetto strategico con noi. Preferiamo che quelle aree vengano presidiate da imprenditori locali molto bravi. È un progetto innovativo che in Italia ancora non c’è. Finora abbiamo visto processi di affiliazione classica, franchising dove la relazione è prettamente commerciale. Il modello piùevoluto sul quale puntiamo noi è invece proprio quello di creare un rapporto forte in aree dove noi da soli faremmo fatica a imporci da soli».

E il nuovo format del Pam City che sviluppo avrà?

«È un format intermedio come superficie, noi ci crediamo molto, presenta tante innovazioni, aspettiamo di vedere come sarà accolto dai consumatori ma siamo molto fiduciosi».

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