
Nel 2023 crescono gli occupati. Mezzo milione di lavoratori in più
Crescono gli occupati, soprattutto quelli stabili, nel 2023, raggiungendo il record come media d’anno a quota 23 milioni 580 mila: con un aumento di 481 mila unità (+2,1%). I disoccupati, nello stesso periodo, calano sotto la barriera dei due milioni: a 1 milione 947mila (-81mila unità). È positivo, dunque, il bilancio del mercato del lavoro nel 2023: il tasso di occupazione delle persone tra i 15 e i 64 anni sale al 61,5% (+1,3 punti percentuali), mentre il tasso di disoccupazione cala al 7,7% (-0,4 punti). Una tendenza che si rafforza nell’ultimo trimestre dell’anno scorso. Il che spinge esponenti del governo (a cominciare dalla Ministra del Lavoro, Marina Calderone) e della maggioranza a commenti di soddisfazione.
Ma, come sottolineano ormai tutte le ricerche, rimane grave il mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Da ultimo, a lanciare l’allarme, è Confcooperative.
La mancanza di personale è il principale ostacolo alla crescita delle cooperative: per 4 su 10 è un problema oramai strutturale a cui non sembra esserci rimedio, almeno nel breve-medio periodo. "Le nostre cooperative – spiega il presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini – occupano 540.000 persone, ne potrebbero assumere altre 30.000, ma non trovano personale formato e disponibile: nel socio sanitario, nell’agroalimentare, nel trasporto, nei servizi turisti e culturali".
Torniamo ai dati Istat. La crescita dell’occupazione nel 2023 interessa soprattutto i dipendenti a tempo indeterminato, con 491 mila unità in più (+3,3%) e gli indipendenti (+62 mila, +1,3%). Risultano invece in calo i dipendenti a termine, con 73 mila unità in meno (-2,4%). A livello territoriale, però, il divario tra Mezzogiorno e Nord resta elevato con oltre 21 punti. Il tasso di disoccupazione nelle regioni meridionali (14,0%) è, a sua volta, circa tre volte quello del Nord (4,6%). Bolzano è la prima provincia italiana per tasso di occupazione nel complesso (al 74,4% tra i 15 e i 64 anni) mentre Caltanissetta è l’ultima con appena il 37,7%. Nel 2023, però, il numero di inattivi di 15-64 anni diminuisce per il terzo anno consecutivo (-468 mila, -3,6% in un anno), attestandosi a 12 milioni 377 mila.
Mentre il gap a sfavore delle donne, rispetto agli uomini, si attesta a circa 18 punti per i tassi di occupazione e di inattività (15-64 anni) e a 2 punti per il tasso di disoccupazione. Anche se il tasso di occupazione femminile nel IV trimestre del 2023 tocca il 53,4%, il livello più alto dall’inizio delle serie storiche con 1,4 punti in più rispetto allo stesso periodo del 2022. Ma anche in questo caso il divario Nord-Sud si conferma elevatissimo. Certo è che l’uso dei canali informali rimane la pratica più diffusa tra chi è in cerca di occupazione, con la quota di chi si rivolge a parenti, amici e conoscenti che nel 2023 aumenta e raggiunge il 76,6% (+1,2 punti). Lo rileva l’Istat spiegando che è "in marcata crescita" anche l’incidenza di chi ha cercato lavoro rivolgendosi al Centro pubblico per l’impiego (25,8%, +3,5 punti), mentre risultano più stabili le quote di coloro che svolgono altre azioni di ricerca formali. È invariata al 20% la scelta di contattare un’Agenzia per il lavoro.