Martedì 30 Aprile 2024

«Meno burocrazia e politica del lavoro flessibile»

Le potenzialità ci sono, bisognerebbe finalmente saperle sfruttare». Mauro Santinato (nella foto), chairman di ITHIC e presidente di Teamwork – una delle più importanti società italiane di consulenza nel settore dell’hospitality – vede rosa per il 2020. «L’anno prossimo – spiega – in Italia saranno inaugurate 16mila nuove camere per un investimento di oltre un miliardo, per lo più da parte di fondi internazionali e di brand del lusso. Il maggior numero di nuove camere si registrerà a Roma (2.600) seguita da Milano (1.936), Venezia (1.824), Firenze (953). Sempre riferendoci al 2020 prevediamo che il 45,9% della spesa turistica sarà in Europa, il 25,4% nell East AsiaPacifico, il 18,1% in America, il 5% in Africa, il 4,4% nel Middle East, l 1,2% nel South Asia».

Quali sono le problematiche maggiori che incontrano gli investitori nel nostro Paese?

«Il mercato è molto volatile e l’espansione attraverso investimenti diretti è difficile, soprattutto a causa della poca trasparenza dei dati. Per nostra fortuna i gruppi internazionali non possono ignorarci: la domanda di alberghi da comprare c’è perché le grandi catene devono avere in catalogo anche l’Italia, che resta una meta richiesta dai turisti di tutto il mondo. Altro tema che ci rende una destinazione ‘impegnativa’ per gli investitori è la burocrazia».

Qual è il livello delle nostre strutture?

«Solo il 3,1% degli hotel è a cinque stelle, addirittura meno di quelli a una e due stelle che sono il 5,5%. E poi abbiamo un grande problema: spesso non manteniamo le promesse. Il cliente sceglie un hotel a quattro stelle e si ritrova in una struttura che ne meriterebbe a stento due. Questo dipende dal fatto che quelle quattro stelle sono state accordate vent’anni fa e nessuno ha più controllato che la struttura mantenesse quella qualità. In Francia, per esempio, il controllo viene fatto ogni tre anni».

Secondo lei, su cosa dovrebbe impegnarsi il nuovo governo?

«Toglierei dal campo il solito refrain sull’Enit che non funziona e che spesso è un alibi dietro al quale si nascondono gli operatori del settore. Le due priorità sono il taglio della burocrazia, coi suoi tempi non compatibili con le esigenze di chi vuole investire, e una politica del lavoro flessibile. Il turismo ha punte di richieste da soddisfare seguite da periodi meno impegnativi, i voucher avevano risolto questo problema e fatto emergere il lavoro nero, la loro abolizione è stata una iattura, un esempio di come una battaglia ideologica può penalizzare un settore che produce ricchezza. Poi inorridisco quando sento la litania che, giustamente, bisogna abbassare le tasse e allo stesso tempo si propone una nuova tassa sugli aerei, cioè sul turismo».

Andrea Ropa

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