Poste Italiane continua a cambiare pelle. Un percorso cominciato nel 2017 e che ora, con il nuovo piano industriale 2024-2028, presentato ieri dai vertici della società al gran completo, punta sulla creazione di una piattaforma integrata, in grado di connettere la rete fisica degli sportelli che presidiano il territorio e i canali digitali, anche con una SuperApp per i pagamenti costruita su misura del cliente. L’amministratore delegato, Matteo Del Fante, snocciola i numeri della società: ricavi in crescita fino a 13,5 miliardi entro il 2028, risultato operativo a 3,2 miliardi, utile netto a 2,3 miliardi nel 2028, investimenti per 5 miliardi, dividendi rivisti al rialzo con l’impegno a distribuire non meno di un euro di dividendo per azione nel 2026 e almeno 6,5 miliardi di dividendi cumulati nell’arco del piano. Cifre che però sono state accolte freddamente dalla Borsa, dove il titolo a fine giornata ha registrato un calo del 4%. Mentre le 19mila nuove assunzioni, più che compensate da 25mila uscite, "determinate dal naturale trend demografico della forza lavoro", mettono in allarme i sindacati, che sollecitano un incontro al Mef.
Il percorso delineato da Del Fante va nella direzione di una crescita nella continuità, anche in vista del collocamento della nuova tranche di capitale (fino al 30%) decisa dal Mef. "Non siamo solo la rete di distribuzione più efficace e diffusa nel Paese – ha spiegato l’amministratore delegato di Poste – ma ci siamo affermati come la più grande piattaforma “phygital“ in Italia, basandoci sull’integrazione di molteplici punti di contatto e creando un ecosistema omnicanale, mettendo al centro la nostra ampia base clienti".
Nel core business di Poste, il calo inevitabile dei ricavi da corrispondenza sarà compensato dalla creazione di un network sempre più orientato alla gestione di pacchi. La capacità dei magazzini nel settore della logistica aumenterà da 230mila a 400mila metri quadrati nel 2028, con 700 milioni di ricavi aggiuntivi. La quota dei ricavi della logistica supererà abbondantemente quelli della corrispondenza: nel 2028 saranno, rispettivamente, 2 contro 1,6 miliardi.
Di rilievo anche la SuperApp con il digital payment wallet al suo centro. La punta dell’iceberg di questa evoluzione tecnologica, aggiunge Del Fante, "che consente l’integrazione del business e conferma il ruolo di Poste Italiane come ‘Platform Company’". L’app sarà connessa con il progetto Polis che, entro il 2026, trasformerà circa 7.000 uffici postali in hub di servizi digitali, per un accesso rapido e facile ai servizi della Pubblica Amministrazione, passaporti compresi.
Infine, i servizi, con la previsione di 15 milioni di nuovi contratti per carte, telefonia mobile, fisso e fibra, energia e gas. Bene anche Postepay che ha messo insieme un ecosistema di prodotti e servizi per la vita di tutti i giorni che dal 2018 ha avuto una crescita a due cifre e un raddoppio dell’Ebit. Il valore delle transazioni si attesta oggi sugli 80 miliardi di euro.