Venerdì 26 Aprile 2024

"Il vero futuro è dei giornali. Ma vanno aiutati"

Il sottosegretario Martella difende l’editoria: serve un sostegno pubblico come in Europa

Da sinistra Mario Sechi, 51 anni, direttore dell’Agi, e Andrea Martella, 51 anni (Newpress

Da sinistra Mario Sechi, 51 anni, direttore dell’Agi, e Andrea Martella, 51 anni (Newpress

Roma, 2 dicembre 2019 - "I giornali? Continueranno ad esistere anche nel futuro". Parola di Andrea Martella, sottosegretario di Stato con delega all’Editoria, oggi a Milano per la presentazione del nuovo rapporto Agi-Censis dal titolo "I professionisti dell’informazione nell’era trans-mediatica: grado di fiducia, elementi critici e attese degli italiani". Ad ascoltarlo, al Piccolo Teatro anche il presidente della Fieg e della Poligrafici, Andrea Riffeser Monti, e quello della Fnsi, Giuseppe Giulietti.

Nel rapporto presentato dal presidente Censis, Giuseppe De Rita, con il direttore Agi, Mario Sechi, è emerso che gli italiani sono consapevoli dell’importanza di una "buona e corretta" informazione e del ruolo centrale che possono svolgere i professionisti dei media, ma ritengono che il "modello italiano" sia lontano da quello ideale. 

"Esiste un giornalismo di qualità che può far emergere le vere notizie. Il mio lavoro è rilanciare la professione del giornalismo, perché sono convinto che sia un asse fondamentale della democrazia che si nutre di libera informazione e di pluralismo", ha commentato Martella. Il sottosegretario ha rivendicato di aver evitato "i tagli ai fondi che sarebbero entrati in vigore nel 2020. È necessario farlo per costruire una nuova legge e per dare i contributi come in tutti i Paesi dell’Europa. In Italia il sostegno pubblico all’editoria è inferiore rispetto agli altri Paesi europei".

A proposito di agenzie di stampa il sostegno verrà attuato con "l’acquisizione dei servizi da parte della Presidenza del Consiglio, con più di 40 milioni di euro. Si sta studiando la possibilità per arrivare all’acquisizione del servizio non attraverso la gara d’appalto ma con un sistema diverso". 

Il Rapporto fa emergere che sebbene il sentiment nei confronti dell’informazione sia negativo, il 69% degli intervistati è convinto che "la capacità di raccontare, la completezza, il pensiero critico" siano prerogative esclusive dei giornalisti e il 52,7% ritiene che la navigazione casuale in internet non possa sostituire la lettura sistematica di un quotidiano. "Gli italiani ci lanciano un messaggio chiaro e preciso: abbiamo bisogno di voi, ma dovete cambiare. Ed è proprio in questa direzione che dobbiamo procedere", ha sottolineato il direttore di Agi.

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