Se i ’campanili’, tanti a queste latitudini, hanno contribuito a rafforzare un’identità marcata e apprezzata, al contempo potrebbero aver acuito isolamento e frammentazione. Ricomporre il puzzle è missione affatto semplice. Ma la strategia è chiara. Guardare, in una visione d’insieme, all’esaltazione di caratteristiche e peculiarità, dalle bellezze naturalistiche alla cultura, per valorizzare le singole realtà e il territorio tutto. Settore trainante, il turismo nelle Marche.
Un turismo più sostenibile e consapevole, fondato su esperienze autentiche nell’unica regione al plurale dello Stivale. È emerso ieri nella tappa anconetana del tour QN Distretti, realizzata in collaborazione con Camera di Commercio Marche, Comune di Ancona, Luiss School of Government, il patrocinio della Regione Marche e il sostegno di Bper Banca, main partner dell’iniziativa. Il progetto ha permesso a oltre 40 relatori di istituzioni, categorie, stakeholders e operatori, di confrontarsi sul ruolo dei distretti turistici. Le tavole rotonde sono state moderate da Alessandro Caporaletti, caporedattore dell’Ufficio centrale del Resto del Carlino, e Andrea Brusa, responsabile de Il Resto del Carlino di Ancona.
"C’è una consapevolezza diffusa, grazie agli investimenti fatti, che porta la nostra regione ad emergere e a voler investire ancora di più nel turismo. Stiamo lavorando su più direttrici: la promozione con l’obiettivo di destagionalizzare e ampliare i mercati, nel miglioramento delle strutture ricettive e nella riqualificazione dei borghi storici", le parole del governatore Francesco Acquaroli, che ha chiuso la giornata con il presidente camerale Gino Sabatini. Quest’ultimo ha rincarato la dose: "Abbiamo tutto per metterci in visione del mondo del turismo. L’Ente camerale farà da collante tra i soggetti che sono chiamati a vincere, in sinergia, le sfide del futuro". Una di queste: quella infrastrutturale, per colmare il cronico gap. D’altro canto, invece, sono stati rimarcati i punti di forza: la cultura, si pensi a Pesaro Capitale 2024, l’enogastronomia, i paesaggi variegati. O i grandi attrattori: Urbino, Loreto (e il Giubileo 2025 incombe), le Grotte di Frasassi.
Ma anche quei Sibillini feriti dal sisma del 2016, tra le mete più ambite. Il commissario alla ricostruzione Guido Castelli ha menzionato il programma Next Appennino, oltre 170 milioni nelle Marche per quasi 180 interventi nell’ambito turistico, per "sostenere le imprese, che puntano su qualità e alberghi diffusi, e rigenerare gli spazi urbani, contro lo spopolamento". "Le Marche sono come una grande sinfonia nelle diversità dei territori, il nostro punto di forza in una visione unitaria", ha ricordato Lucia Albano, sottosegretario al Mef. Il consigliere del Mit Gianluca Caramanna ha sottolineato i dati turistici marchigiani del 2023 "con oltre 2 milioni di arrivi, 12 milioni di presenze e un 10 per cento di stranieri". A portare i saluti il sindaco di Ancona Daniele Silvetti "lo sviluppo del capoluogo può essere una leva per il turismo di qualità", proprio di "una regione che vuole affermarsi a livello nazionale e internazionale" e il vicepresidente di Anci Marche Paolo Calcinaro, primo cittadino di Fermo. Marco Bruschini, direttore dell’Atim, braccio operativo della Regione per il turismo, ha spiegato le strategie: "Creando un brand-ombrello ’Let’s Marche’ abbiamo affermato la consapevolezza della regione di essere una destinazione turistica per promuoverla nei mercati. Ora, con la nuova campagna ‘Mare e montagna’, spieghiamo che venire qui significa eliminare il problema della scelta".
Per orientare le politiche è essenziale una base statistica. Si leggano i numeri dell’anno scorso, elaborati dall’Isnart e presentati dalla presidente Loretta Credaro. Il 12% dei turisti viene per gli eventi ("Il doppio sulla media nazionale", ha detto), mentre il 12,5 punta sulle aree interne. In crescita, "grazie a un’offerta multiprodotto che sta dando risultati incredibili", la presenza di stranieri: il 38% vuole scoprire la cultura, il 27 l’enogastronomia. L’obiettivo cui tendere, per la presidente dell’Enit Alessandra Priante, è "la destagionalizzazione, perché questa è una regione che ha tutto e può diventare un esempio". E ci sono poi coloro che investono nel territorio. Giuseppe Marco Litta, responsabile della Direzione regionale Centro Est Bper Banca, ha detto che "il ruolo di un istituto di credito come il nostro è la presenza e l’ascolto. Dobbiamo sostenere i nostri imprenditori, assicurando percorsi di soddisfazione a chi sceglie di venire qui e porta beneficio al Pil regionale". Per Stefano Landi, docente della Luiss, per fare in modo che un distretto "si affermi sul mercato, dev’essere organizzato, finanziato, gestito per molto tempo". Così "attirerà turisti e susciterà la loro soddisfazione".