Mercoledì 1 Maggio 2024

Manovra, lo sciopero può attendere

I sindacati rinviano in attesa di modifiche sulle pensioni. Forza Italia attacca il nuovo reddito di cittadinanza

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Nessuno sciopero generale, in attesa di capire cosa succederà alla manovra nelle prossime settimane, e di vedere se e come cambieranno i punti più dolenti, dalle pensioni agli ammortizzatori sociali. Cgil, Cisl e Uil si incontrano (virtualmente) e scelgono la strada della valutazione attenta, nei giorni in cui il governo si appresta a chiudere il testo del disegno di legge di bilancio da mandare al Senato verso metà della prossima settimana. La mobilitazione a cui hanno chiamato i sindacati, per ora, comporta assemblee e iniziative a livello regionale per studiare l’iter parlamentare della manovra, sperando che le proposte fatte nei mesi scorsi trovino accoglienza negli emendamenti. Del resto i partiti si stanno già preparando a modificare il testo, soprattutto nella parte che riguarda i bonus edilizi. Oltre ai limiti non graditi al Superbonus, c’è anche l’abolizione della cessione del credito e dello sconto in fattura che comincia a sollevare proteste trasversali.

Sui dettagli del Reddito di cittadinanza – décalage dell’assegno, offerta congrua di lavoro – si dovrà trovare un compromesso prima che il documento vada alla Ragioneria di Stato per la bollinatura, martedì o mercoledì. Il punto resta controverso, tanto che il ministro Brunetta critica il provvedimento: "È impossibile dare 7-800 euro a chi sta a casa e non ha voglia di lavorare anche quando gli arriva l’offerta di lavoro".

E spiega che ora il meccanismo sta cambiando perché "dopo il primo rifiuto di un’offerta di lavoro inizia il décalage" dell’assegno "e alla seconda offerta rifiutata arriva la sospensione". La videoconferenza dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, è servita a fare il punto.

"In queste ore – sottolinea Sbarra – stiamo sollecitando il Governo" sulla manovra, giudicata "insoddisfacente", per chiedere "un confronto" soprattutto su lavoro, fisco e pensioni. L’idea dei sindacati è di incanalare una parte delle loro proposte negli emendamenti. Anche se non si riuscirà a fare una riforma complessiva del sistema previdenziale, la speranza è di attenuare le penalizzazioni per le donne, aiutare i giovani che con il sistema puramente contributivo sarebbero penalizzati, ed estendere la platea dei lavori usuranti. Qualora l’iter non dovesse soddisfare, si aprirebbe la possibilità di un’iniziativa nazionale.

Per il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, "uno sciopero in questo momento significa che siamo sulla strada sbagliata". Poi ci sono i partiti che ribadiscono le loro linee rosse. La Lega al Senato chiederà la proroga di tre anni del sismabonus rafforzato e del Superbonus 110% per le comunità colpite dal terremoto del 2016. Il Pd invece rilancia sull’abolizione del tetto di reddito a 25mila euro per usare il Superbonus per le unifamiliari, e un décalage dal 2023.

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