Martedì 30 Aprile 2024

Manovra 2020, tutte le novità sulle pensioni. Il dopo Quota 100

Nuove ricette per la flessibilità in uscita, tagli agli assegni d'oro e 'opzione donna' prorogata. Ecco cosa cambia con la legge di Bilancio 2020

Una manifestazione per pensioni e lavoro (Ansa)

Una manifestazione per pensioni e lavoro (Ansa)

Roma, 30 dicembre 2019 - I nati nel 1958 possono tirare un sospiro di sollievo: per loro Quota 100 è salva e rimane una formula vantaggiosa per andare in pensione nel 2020 con 62 anni di età e 38 anni di contributi. Dal 2021 se la prossima manovra interverrà sulla misura, e comunque di sicuro dal 2022 quando finisce la sperimentazione, il meccanismo dovrebbe cambiare. Comunque procedano i lavori di commissioni e tavoli che da gennaio partiranno nel nuovo cantiere pensioni, un dato è certo: se non si agirà in fretta, tra il 2021 e il 2022 ci sarà uno scalone di 6 anni con cui fare i conti.

Il rischio in caso di inerzia è quello di creare eccessive sperequazioni tra classi di età vicine. Le ricette per la nuova flessibilità in uscita, però, non mancano. Due le soluzioni: l’aumento dell’età per Quota 100 da 62 a 64 anni, ma con un calo di due anni dei contributi richiesti o il calcolo dell’assegno interamente con il sistema contributivo, con un taglio implicito dell’ammontare del trattamento. Un po’ come accade anche oggi per opzione donna. Il presidente Inps, Tridico, però, in linea con la ministra del Lavoro Catalfo, ipotizza una strada differente: stimare la gravosità dei vari lavori e in relazione a questa fissare requisiti e condizioni di uscita via via più leggeri. Un’impresa considerata ardua da più di un osservatore e comunque fonte di possibili, ingiusticate, iniquità. 

Vediamo i punti della manovra nel dettaglio:

Pensioni, rivalutazione mini

La manovra prevede per il 2020 una mini-rivalutazione degli assegni pensionistici di importo oltre tre e fino a quattro volte il minimo (tra 1.500 e 2mila euro circa).  Fino a oggi questi trattamenti potevano contare su un adeguamento all’inflazione del 97 per cento, dal primo gennaio sarà del 100 per cento. A conti fatti, pochissimi spiccioli: meno di 5 euro l’anno, considerando che l’incremento previsto è dello 0,4. Per le pensioni più alte, confermato il meccanismo di rivalutazione del trattamento, con adeguamento al costo della vita via via decrescente. Confermato anche il taglio delle pensioni d’oro da 100mila euro a salire, con decurtazioni che vanno dal 15 al 40 per cento della quota calcolata con il sistema retributivo.

Quota 100 confermata

Quota 100 è stata confermata, dopo vari tentennamenti, anche per il 2020. E, dunque, anche per l’anno prossimo sarà possibile andare in pensione anticipata con 62 anni  di età e 38 anni di contributi. E così i lavoratori privati possono andare in pensione dal primo aprile prossimo se si sono raggiunti i requisiti entro il 31 dicembre: ugualmente potrà utilizzare la via d’uscita anche chi ha requisiti più elevati. Chi li raggiungerà dopo quella data, potrà andare via tre mesi più tardi: la finestra è di tre mesi ed è mobile.  I lavoratori pubblici, al contrario, dovranno aspettare il primo agosto: sono previste finestre di sei mesi con un preavviso di sei mesi (che possono coincidere con i primi indicati). È previsto il divieto di cumulo oltre i 5mila euro.

'Opzione donna' prorogata

È stata prorogata dalla manovra anche la cosiddetta opzione donna, la formula che permette alle lavoratrici di andare in pensione anche sotto i 60 anni a condizione che l’assegno sia calcolato interamente con il sistema contributivo e dunque con una penalizzazione che può arrivare anche al 25-35 per cento a seconda dei casi. Fino a oggi hanno beneficiato del meccanismo le donne che al 31 dicembre 2018 avevano almeno 35 anni di contributi e 58 anni di età se lavoratrici dipendenti o 59 se autonome. Con la proroga, maturati i requisiti entro il 31 dicembre di quest’anno, le dipendenti dovranno attendere una ‘finestra’ di 12 mesi per la decorrenza della pensione, le autonome 18 mesi. Sempre con la decurtazione del trattamento. 

Ape social

Prorogati per un anno anche Ape social e anticipo per i precoci. La prima via di uscita si può ottenere dai 63 anni per coloro che si trovano in condizioni di disagio: disoccupati, coloro che assistono familiari disabili, persone con invalidità pari almeno al 74% e chi svolge lavori gravosi (operai edili, autisti di gru e macchine per l’edilizia, conciatori, macchinisti e personale viaggiante, autisti di mezzi pesanti, infermiere e ostetriche ospedaliere turniste, badanti, maestre d’asilo, facchini, personale addetto ai servizi di pulizia, operatori ecologici, operai siderurgici e del vetro, operai agricoli, marittimi e pescatori). I lavoratori precoci, con 12 mesi di lavoro durante la minore età, possono accedere alla quota 41.

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