Serve una "maggiore cooperazione fra le economie del G7 e tra i loro sistemi produttivi e industriali", ma anche "una maggiore apertura verso quelle nazioni che ne condividono la stessa visione". Giorgia Meloni, davanti al B7 (il gruppo delle ‘confindustrie’ dei Paesi G7) declina così la doppia direttrice con cui politica ed economia devono reagire in uno scenario geopolitico "molto complesso" che, fra guerre e tensioni regionali, dall’Ucraina al Medio Oriente, impongono secondo la premier, di considerare nuovamente centrali le alleanze e l’autonomia strategica e industriale. Il suo discorso tocca praticamente tutti i punti del documento di "raccomandazioni" che le ha consegnato Emma Marcegaglia, in veste di presidente del B7, sigla dietro cui si contano oltre 3,5 milioni di imprese associate alle confindustrie nazionali e oltre 30 milioni di aziende.
Il mondo industriale esorta i leader politici a "lavorare insieme, settore pubblico e privato", per affrontare al meglio sfide "immense". Con "un approccio nuovo alla sicurezza mondiale", incentrato non solo su difesa e alleanza politiche, ma anche su "alleanze economiche", come suggerito dal ceo di Leonardo, Roberto Cingolani, durante la giornata di summit a Roma, chiusa dall’intervento di Meloni, in quanto presidente di turno del G7. La presidente del Consiglio sottolinea che è "fondamentale limitare le dipendenze" industriali "attuali, diversificando le catene del valore strategiche, non in senso protezionistico ma bilanciando sicurezza e cooperazione economica".
La chiave è evitare "azioni distorsive", perché "il mercato può essere libero solo se è anche equo". E il campo decisivo in questo momento è l’energia. Meloni ribadisce la necessità di una transizione energetica "neutrale", che non dimentichi "la grande prospettiva" del nucleare da fusione, e conferma l’intenzione di avviare una iniziativa G7 per rilanciare progetti con capitali pubblici e privati. Soprattutto, però, la presidente del Consiglio punta sul "nuovo modello di cooperazione" con il Sud Globale, Africa in primis. E quindi sul Piano Mattei.
Bisogna anche "parlare con la Cina, cruciale per fermare la Russia", insiste il ministro degli Esteri Antonio Tajani, "e con gli amici africani sulle materie prime". In particolare il litio. Per la produzione in Italia di questo metallo, necessario per la mobilità elettrica, "si stanno facendo valutazioni per il nuovo geotermico", spiega il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin.