Venerdì 26 Luglio 2024

Lavoro, i settori trainanti e le figure più richieste sul mercato

Quali sono le figure professionali più richieste dal mondo del lavoro: la formazione necessaria e i settori che offrono più posizioni

Professioni più richieste (iStock Photo)

Professioni più richieste (iStock Photo)

Roma, 12 dicembre 2023 – In Italia c’è la convinzione popolare che trovare un lavoro sia molto difficile e che, anche riuscendo nell’impresa, sia molto complicato riuscire ad ottenere dei guadagni che possano permettere uno stile di vita benestante. Questa affermazione, che trova sicuramente delle conferme in molti settori lavorativi nazionali, viene in parte rivista dal Bollettino annuale del sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, secondo il quale il mercato del lavoro italiano sarebbe molto dinamico. Quest’ultimo aggettivo, tuttavia, non si rivolge all’intero mercato del lavoro, ma soltanto ad alcune sue parti, dove la domanda spesso fatica ad incontrarsi con l’offerta. Tradotto vuol dire che molte aziende italiane cercano delle figure professionali da inserire nel loro organico, ma fatto fatica a trovarle.

I ruoli più richiesti alla fine del 2023

Così come riferito dal Bollettino, nel 2023 ammontano a 5,5 milioni le assunzioni programmate dalle imprese, ovvero un più 330mila contratti rispetto all’anno precedente (+6,4%). Ci sono, naturalmente, dei ruoli che hanno maggiore facilità nel trovare lavoro, visto e considerato che le aziende italiane ne hanno maggiormente bisogno, ma le stesse faticano a trovarli. È il cosiddetto mismatch, cioè un disallineamento tra la domanda e l’offerta di lavoro che sarebbe figlio di una scarsa attinenza dei percorsi di formazione proposti agli studenti e ciò di cui il mercato del lavoro ha realmente bisogno. Più nel dettaglio, in Italia sono circa un terzo le ricerche di personale che rimangono vacanti. Tornando ai ruoli più richiesti, è necessario partire dai numeri: dei 5,5 milioni di assunzioni programmate, ben 3,5 riguardano figure professionali che possono contare su una formazione di tipo tecnico-professionale, turistico alberghiero, Ict e Its Academy. Entrando più nel dettaglio, c’è bisogno di:

ingegneri dell’informazione, per i quali sono previsti circa 5mila ingressi, ma attualmente risultano difficili da coprire circa l’80,3% dei posti disponibili; infermieri; ostetriche; tecnici delle costruzioni civili; operai specializzati.

E ancora, unendo le richieste di lavoro alle fasce d’età, in quella degli under 30 le aziende faticano a trovare:

idraulici; farmacisti; elettricisti nelle costruzioni civili; tecnici programmatori.

Ponendo l’attenzione sui titoli di studio richiesti, invece, le aziende continuano ad essere maggiormente alla ricerca di lavoratori che abbiano conseguito una formazione di indirizzo economico, pedagogico e sanitario. Le assunzioni programmate per queste tre tipologie di percorsi di formazione sono rispettivamente 233mila, 117mila e 62mila.

I settori trainanti del mondo del lavoro

Nel Bollettino annuale del sistema informativo Execelsior, viene fatto anche specifico riferimento ai settori trainanti per l’economia e, dunque, per il mercato del lavoro italiano. Ecco dunque che, ponendo il focus sul settore privato, la maggiore richiesta di occupazione interessa:

il settore turistico, con 1,1 milioni assunzioni previste; il settore del commercio; il settore delle costruzioni; il settore delle industrie manifatturiere.

In tutti i settori, ai lavoratori è richiesto di avere delle competenze adeguate ai tempi, specie nel campo del digitale e ambientale, con le sfide della transizione che interessano entrambi gli ambiti che richiedono sempre nuove e specifiche competenze.

I lavoratori introvabili

Le aziende alla ricerca di nuovo organico da inserire scontano, sempre secondo il Bollettino, la difficoltà nel trovare delle figure che vengono definite come introvabili. In particolare, alla domanda non corrisponde l’offerta di:

diplomati in istituti tecnici specializzati in area meccanica, mancanti per il 74,3 per cento; diplomati nell’ambito Ict, Information and communication technologies, vacanti per il 68,8 per cento; diplomati presso gli Its Academy, Istituti tecnologici superiori, assenti per il 65,5 per cento.