Domenica 16 Giugno 2024
GIORGIO COSTA
Economia

L’addio amaro di Luciano Benetton: "Tradito dai manager, vado via". Edizione pronta a cambiare rotta

Il fondatore: mancano 100 milioni. L’ad Massimo Renon: "Risponderò con i miei legali". La holding di famiglia: perdite, non buchi in bilancio. Ora riorganizzazione e nuovi investimenti".

L’addio amaro di Luciano Benetton: "Tradito dai manager, vado via". Edizione pronta a cambiare rotta

L’addio amaro di Luciano Benetton: "Tradito dai manager, vado via". Edizione pronta a cambiare rotta

Benetton cerca le contromisure alla perdita di 100 milioni saltata fuori all’improvviso nei conti dell’azienda. E il prossimo 18 giugno è calendarizzata, secondo fonti giornalistiche, l’assemblea dei soci di Benetton Group, a seguito della quale l’azionista Edizione introdurrà la necessaria discontinuità nella gestione manageriale della società che negli ultimi 3 anni ha "bruciato" 350 milioni. E con il nuovo piano di riorganizzazione e rilanci, la holding di Ponzano Veneto è pronta a investire nel tempo altri 260 milioni. In pratica si andrà verso la nomina di un nuovo amministratore delegato, al posto di Massimo Renon, accusato da Luciano Benetton – che lo ha annunciato in una intervista ieri al Corriere della Sera – di avere creato, insieme agli altri dirigenti, un buco di 100 milioni. "Non commento l’argomento, mi sto organizzando con i miei legali per una risposta strutturata". È quanto ha dichiarato ieri Massimo Renon, amministratore delegato di Benetton Group.

Il management di cui parla si è insediato nel 2020, presentando un piano che prevedeva un pareggio nel 2023 e cash flow positivi nel periodo 2024-2026. Invece si è generata una perdita (e non un buco di bilancio), che ancora pochi mesi fa non era nota al board. Luciano Benetton, fondatore dell’omonimo gruppo di maglieria – nel 2022 ricavi poco sopra 1 miliardo ma risultato netto di esercizio in negativo per 81 milioni di euro – lascia il gruppo, ma la somma dei disavanzi dal 2013 ad oggi di Benetton Group supera il miliardo di euro e quindi non è la prima volta che l’azienda si trova a risanare una perdita di bilancio di oltre 100 milioni come quella di quest’anno. Come afferma Gianno Boato, segretario Femca Cisl di Treviso, "la copertura dei debiti l’ha sempre garantita Luciano Benetton, che non ha fatto ricadere pesantemente sulla forza lavoro il prezzo della crisi. A questo punto invitiamo l’azienda a coinvolgere nelle scelte strategiche i lavoratori e il grande know-how presente a tutti i livelli". Lavoro che, tuttavia, stava iniziando a scricchiolare perché "sono in corso contratti di solidarietà e questo nuovo fatto desta preoccupazione nella comunità dato che tra i miei concittadini sono in tanti a lavorare alla Benetton", spiega Antonello Baseggio, sindaco di Ponzano Veneto (Treviso), paese che è il cuore del sistema Benetton.

Tra le sedi di Ponzano Veneto e di Castrette di Villorba (Treviso) l’organico impegnato è di circa 1.300 unità. Del resto che qualcosa non funzionasse era evidente perché, come riferiscono le organizzazioni sindacali di categoria di Treviso, a causa dell’andamento non corrispondente alle aspettative, era già stato loro comunicato che non sarebbero stati distribuiti i premi di risultato indicati nel contratto integrativo. E, anzi, sono in vigore ammortizzatori sociali ed incentivi all’esodo volontario pari a circa 50 mila euro.

"Qualche mese fa ho capito che c’era qualche cosa che non andava. Che la fotografia del gruppo che ci ripetevano nei consigli di amministrazione i vertici manageriali non era reale", spiega Benetton nel ricordare che "per fortuna avevamo deciso di ritirare da tempo dalla Borsa la Benetton. E quindi i rischi imprenditoriali erano e sono tutti in capo alla famiglia". Solo il 23 settembre del ‘23 si accenna di "qualche problema ma in modo tenue. E sembrava tutto sotto controllo", prosegue Benetton. Poi "in uno dei consigli dei mesi successivi scoppia la bomba, di questo si tratta. Presentano d’improvviso un buco di bilancio drammatico, uno shock che ci lascia senza fiato e saremo attorno ai 100 milioni".

Adesso occorre guardare avanti e "nei prossimi mesi sarà fatto un piano per il futuro, abbiamo perso quattro anni e questo rende tutto più difficile non avendo la bacchetta magica. Purtroppo ci saranno sacrifici da fare".