Giovedì 7 Novembre 2024
ELENA COMELLI
Economia

La Spagna accende il risiko bancario. Occhi puntati sul Monte dei Paschi

L’offerta da 11,5 miliardi di Bbva per Banco Sabadell riapre i giochi anche in Italia. Siena vola a Piazza Affari: +5,1% .

Luigi Lovaglio, ceo di Mps

Luigi Lovaglio, ceo di Mps

Milano, 3 maggio 2024 – Riparte il risiko bancario anche in Italia, con la conferma dell’offerta Bbva per il Banco Sabadell, che valorizza l’istituto catalano 11,5 miliardi. L’operazione, che creerebbe il secondo gruppo bancario europeo per capitalizzazione, ha messo le ali ai titoli bancari italiani, in particolare a Mps, che ha chiuso la seduta di ieri a Piazza Affari con un balzo del 5,1%, a 4,78 euro, staccando le altre banche, comunque positive per una stagione delle trimestrali che dovrebbe esibire ancora una volta profitti stellari.

Ieri Intesa è salita dell’1,4%, Banco Bpm dell’1,8%, Unicredit e Popolare di Sondrio dello 0,9% e Bper dello 0,8%, consolidando un trend rialzista che il continuo rinvio del taglio dei tassi ha ulteriormente rinvigorito. "Il focus fondamentale resta sul margine di interesse, che dovrebbe andare oltre la maggior parte delle guidance sul 2024", affermano gli analisti di Kepler Cheuvreux, che si attendono ricavi in crescita in media del 6,4%, trainati proprio dal margine di interesse (+13,4%), e un risultato operativo in miglioramento del 9,4%, nonostante un aumento dei costi del 4,5% per effetto dei rincari salariali provocati dal rinnovo del contratto dei bancari.

Tornando alla Spagna, la fusione vedrebbe lo scambio di una nuova azione Bbva ogni 4,83 titoli Sabadell, con un premio di circa il 30% rispetto al prezzo di chiusura del 29 aprile, dando i natali a una banca "più solida ed efficiente" grazie alla "complementarietà" dei due istituti, che insieme avrebbero "attivi totali di oltre mille miliardi e più di 100 milioni di clienti nel mondo", sostiene Bbva. Il cda di Sabadell, da parte sua, si è limitato a dire che "analizzerà adeguatamente tutti gli aspetti della proposta".

In Italia, il Monte è "l’ovvio obiettivo" quando si parla di fusioni, afferma Mediobanca, che individua "almeno tre potenziali offerenti (Unicredit, Banco Bpm e Bper, ndr) o anche più in caso di uscita del governo". L’operazione, concordano gli analisti di Intermonte, "potrebbe rinnovare i rumor per uno step ulteriore riguardo al consolidamento italiano con Unicredit disposta ad ampliare la sua esposizione nazionale attraverso crescita esterna con Banco Bpm/Mps considerate dalla stampa come possibili prede".

Per dimensioni Unicredit resta l’unica banca in grado di "fare Bbva", ma Piazzetta Cuccia non crede a mosse avventate: un affondo sul Banco costerebbe troppo, mentre la presenza di Unipol mette Bper e la Sondrio "al riparo da takeover ostili". Sia il Banco che Bper sono dunque visti più "come acquirenti" di Mps che come prede di Unicredit, mentre un’operazione tra Milano e Modena viene esclusa per problemi di "governance" e incastri di "joint-venture".

L’attenzione degli investitori, intanto, rimane puntata sulle mosse delle banche centrali, oltre che sulle trimestrali. La Fed ha lasciato invariati come previsto i tassi d’interesse tra 5,25% e 5,50% lamentando l’assenza di progressi negli ultimi mesi nel percorso dei prezzi al consumo verso il target del 2 per cento. Il mercato ora prevede da qui a fine anno una sola revisione al ribasso del costo del denaro, a novembre.