Mercoledì 2 Ottobre 2024
ANDREA ROPA
Economia

La scure dell’AI sui dipendenti pubblici: "A rischio 200mila posti di lavoro"

Allarme del Forum PA. Il ministro Zangrillo: niente paura, ne nasceranno altrì. La Ue vara la prima legge al mondo

La scure dell’AI sui dipendenti pubblici: "A rischio 200mila posti di lavoro"

La scure dell’AI sui dipendenti pubblici: "A rischio 200mila posti di lavoro"

Ci mancava l’algoritmo a gettare un’ombra sul futuro dei dipendenti pubblici. Sui quali, nei prossimi anni, si abbatterà la scure dell’Intelligenza Artificiale, mettendo a rischio oltre 200mila posti di lavoro. La tecnologia, infatti, avrà un importante impatto sui dipendenti della PA e 1,8 milioni di loro (su 3,2 complessivi) dovranno farci i conti. Tra questi, l’80% dovrebbe riuscire a integrare l’AI nel suo lavoro, mentre il 12% (circa 218mila persone) rischia di essere sostituito. L’8% (circa 154mila dipendenti, tra cui molte professioni del settore sanitario e diplomatico) è in una zona ambigua tra potenziali sinergie e rischi di sostituzione. L’allarme, contenuto in una ricerca del Forum PA, suona proprio nel giorno in cui il Consiglio Ue dà il via libera definitivo all’unanimità all’AI Act, la legge europea (prima al mondo in materia) che disciplina lo sviluppo, l’immissione sul mercato e l’uso dei sistemi di Intelligenza Artificiale, dettando una serie di obblighi a fornitori e sviluppatori di sistemi in base ai diversi livelli di rischio identificati. La normativa si regge su un delicato equilibrio tra spinta all’innovazione e tutela dei diritti umani, della democrazia e della sostenibilità ambientale.

Lo studio del Forum PA segnala che saranno coinvolti dall’arrivo dell’AI soprattutto le amministrazioni centrali (ministeri, agenzie fiscali e enti pubblici non economici), con quasi la metà dei lavoratori (circa 92mila) le cui mansioni – prevalentemente ripetitive – potrebbero essere sostituite dalla tecnologia. "Le professioni ad alta specializzazione come i ruoli direttivi, i dirigenti e i professionisti – si legge nella ricerca – hanno un forte potenziale di collaborazione, mentre quelle poco specializzate e routinarie sono vulnerabili alla sostituzione".

A gettare acqua sul fuoco è intervenuto il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, spiegando che il cambiamento va affrontato "senza paura, perché di fronte all’esaurimento di alcune attività ne nasceranno di nuove, come è accaduto negli anni per i trasporti e per l’industria tessile".

Zangrillo ha ricordato che entro il 2032 un milione di attuali lavoratori della PA andrà in pensione. Il processo di ricambio è iniziato e quest’anno saranno assunte circa 170mila persone. Proprio grazie ad assunzioni e pensionamenti nel 2022, per la prima volta, l’età media dei lavoratori pubblici è calata in modo consistente, scendendo a 49,5 anni. "Dobbiamo vivere quest’epoca di cambiamento – ha concluso il ministro – con l’obiettivo di rendere l’innovazione tecnologica compatibile con i nostri piani di sviluppo. Sarà essenziale attrarre nella Pubblica amministrazione giovani talenti, valorizzare il merito e non dare aumenti a pioggia come è accaduto in passato".

Pratica certificata solo due giorni fa dalla Corte dei Conti, che ha sottolineato "l’appiattimento verso l’alto delle valutazioni" dei dipendenti pubblici e "la conseguente attribuzione di premialità senza adeguati presupposti meritocratici".