Sabato 27 Luglio 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Il ministro Urso: "Il nostro piano per riportare l’Italia al centro dell’industria"

Il titolare del dicastero Imprese e Made in Italy: sgravi per le aziende che scelgono di tornare. "Ma guardiamo anche alle multinazionali. Incentivi auto, si cambia: soldi solo per quelle prodotte qui"

Roma, 31 dicembre 2023 – “Aumentare le produzioni in Italia è l’obiettivo di questo governo". A indicare la priorità della politica industriale dell’esecutivo Meloni è il Ministro delle Imprese e del Made in Italy che spiega come il reshoring e l’attrazione degli investimenti (e innanzitutto di quelli strategici) siano al centro degli interventi di agevolazione introdotti negli ultimi mesi. E – avvisa – "il governo presenterà a gennaio un piano di incentivi da un miliardo di euro per la rottamazione di automobili e la sostituzione con auto ecologiche, ma saranno incentivi modulati per veicoli prodotti in Italia perché vogliamo invertire la tendenza e fare in modo che servano per aumentare la produzione nazionale".

Adolfo Urso
Adolfo Urso

Cominciamo dalle misure previste: quali sono?

"Chi riporterà linee produttive in Italia avrà una tassazione ridotta del 50%. Più in dettaglio, chi tornerà a produrre in Italia potrà contare su un incentivo fiscale che consiste nella non concorrenza alla formazione della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione ai fini dell’Irap del 50 per cento del reddito imponibile derivante dalle attività d’impresa e dall’esercizio di arti e professioni esercitate in forma associata trasferite in Italia e precedentemente svolte in un Paese estero, diverso da uno Stato dell’Unione europea. E, si badi, l’agevolazione si applica nel periodo d’imposta in cui avviene il trasferimento e per i cinque anni successivi. Si agirà, invece, in senso opposto per chi delocalizza".

Con quali penalizzazioni?

"In caso di cessione a titolo oneroso o di delocalizzazione all’estero dei beni per i quali si è fruito di agevolazioni, è esteso dagli attuali 5 a 10 anni il termine entro cui lo Stato può recuperare tutti gli incentivi erogati. E non è finita. Perché abbiamo rafforzato anche i poteri speciali del Golden Power".

In quale direzione e come?

"Con il decreto legge Asset si autorizza l’esercizio dei poteri speciali anche per operazioni infragruppo quando gli atti e le operazioni abbiano ad oggetto ambiti afferenti all’intelligenza artificiale, ai macchinari per la produzione di semiconduttori, alla cybersicurezza, alle tecnologie aerospaziali, di stoccaggio dell’energia, quantistica e nucleare. L’esercizio del Golden Power è consentito a tutela della sicurezza nazionale, degli approvvigionamenti e degli strategici del nostro Paese. L’obiettivo che si vuol raggiungere è quello di monitorare il trasferimento all’estero di tecnologia particolarmente critica, anche quando questo trasferimento avvenga infragruppo".

Anche gli incentivi per sostenere l’auto dovranno essere finalizzati agli obiettivi indicati?

"A gennaio presenteremo un piano di incentivi auto da 1 miliardo per la rottamazione delle auto zero, euro 0, 1, 2 e 3, altamente inquinanti, da sostituire con un’auto ecologica. Tassisti ed Ncc avranno incentivi doppi, sia per chi avrà nuove licenze, sia i tassisti che vorranno cambiare auto. I principi alla base del nuovo piano favoriranno i redditi più bassi che avranno un 25% in più di incentivi. Chi ha un Isee sotto i 35.000 euro l’anno potrà avere fino a 13.000 euro per acquistare un’auto elettrica. Ebbene, anche questo piano dovrà rientrare nella strategia di sostegno alle produzioni nazionali".

In che modo?

"Nel 2022 l’80% degli incentivi sono andati ad auto prodotte all’estero, il 40% a Stellantis che ha comunque prodotto ‘la metà delle macchine all’estero. Ora: o gli incentivi vanno ad auto Made in Italy oppure ci concentreremo solo sul lato offerta e non sulla domanda. Anche con Stellantis siamo stati chiari, i nostri incentivi per la rottamazione delle auto saranno dati a chi compra auto prodotte in Italia". Su quali investimenti esteri puntate, invece, per attrarre capitali stranieri?

"Ci aspettiamo che diverse multinazionali asiatiche e americane nel prossimo anno annuncino progetti nel nostro Paese. Intel, per esempio, sta rivedendo i suoi piani internazionali, esiste ancora la possibilità che realizzi questo investimento in Italia, in Piemonte o Veneto. Si tratterebbe di un investimento produttivo su chip di nuova generazione, quindi non c’è ancora. Non è alternativo a quello che forse faranno in Germania o Israele. Posso anche annunciare che nel prossimo anno ci saranno diversi insediamenti produttivi sulla microelettronica in Italia per un ammontare ben superiore a quello già programmato. In questi mesi una mia task force ha incontrato 80 multinazionali compresa Intel. E non basta".

Che altro possiamo attenderci?

"Siamo riusciti ad agguantare in zona Cesarini un progetto europeo che riguarda le fabbriche del futuro: erano tre i progetti pilota della Commissione e abbiamo recuperato presentando un altro progetto con Polonia, Finlandia e Svezia che è piaciuto alla Commissione e sono fiducioso che sarà approvato. Sono oltre 400 milioni di euro e l’investimento principale sarà a Catania, 220 milioni, per chip resistenti ad altissime temperature. L’Italia ha aumentato di un miliardo le risorse per il settore e siamo ora a una dotazione pubblica di partecipazione a investimenti pari a 4 miliardi e 300 milioni".

In questo quadro di sostegno all’industria italiana rientra anche la nascita del Fondo sovrano del Made in Italy: a che punto siamo?

"Il Fondo sovrano ha una dotazione iniziale di 1 miliardo di euro, è un fondo di fondi a cui prevedo che si aggiungeranno con altre risorse fondi pubblici e privati italiani e stranieri, fondi pensione, fondi assicurativi. Abbiamo lavorato tutto l’anno per preparare il terreno e nei prossimi mesi ci saranno significativi annunci".