Domenica 6 Ottobre 2024
ANTONIO TROISE
Economia

In campo la Confindustria di Orsini: "Parlare di Jobs Act è una follia"

Il presidente attacca anche sul Superbonus: "No a norme retroattive". E a Stellantis: produca un milione di auto

Tre parole chiave: "Unità, identità dialogo". E, poi, due messaggi. Il primo diretto al governo: "No alle norme retroattive, sì ad un taglio strutturale del cuneo fiscale, un atto di responsabilità". Il secondo messaggio è diretto, invece, ai sindacati, e in particolare alla Cgil: "Non è il momento di parlare di jobs act". Emanuele Orsini si presenta ai giornalisti subito dopo l’assemblea privata degli imprenditori che lo ha eletto presidente di Confindustria con oltre il 99% dei consensi. Solo 4 i voti contrari. Una larghissima maggioranza che mette la parola fine ad un periodo segnato da scontri interni molto accesi per l’elezione del successore di Carlo Bonomi alla guida dell’associazione di viale dell’Astronomia.

Orsini, emiliano, attivo nel settore del legno e dell’agroalimentare, incassa anche i complimenti del suo diretto competitors, Edoardo Garrone, ma sa che da ora dovrà lavorare soprattutto per ricucire le fratture all’interno di Confindustria e affrontare temi delicati: dalla transizione green alla politica industriale fino alla grande questione dei conti pubblici. Su alcuni punti le parole sono molto nette. Come, ad esempio, quando parla di "follia" a proposito del Jobs Act o quando boccia la proposta della Cisl per la partecipazione dei lavoratori alla vita dell’azienda. Un dissenso che, tuttavia, non significa la chiusura del confronto. A patto, però, che sia "costruttivo e non conflittuale".

D’accordo con Giorgetti sullo stop al Superbonus 110%. Ma con due paletti: la gradualità e, soprattutto, il no secco a norme retroattive. "L’unica cosa che vuole l’imprenditore è conoscere le regole del gioco", altrimenti "non posso fidarmi più di te". Lo sguardo è già puntato sulla prossima manovra economica. Il neopresidente degli industriali annuncia proposte a costo zero, come ad esempio quella di un "piano casa" per i giovani o per chi si sposta per lavorare.

L’attenzione è però concentrata sulla difesa e il rilancio dell’apparato industriale. Un terreno sul quale si augura una svolta anche da parte della nuova Commissione Ue. Ma Orsini non rinuncia a una stoccata su Stellantis: "Mi auguro che rispetti l’impegn a realizzare un milione di vetture all’anno in Italia". Nell’agenda c’è, poi, il tema dell’energia e dei costi relativi alla transizione green: "Dobbiamo smetterla con comportamenti ideologici. Serve un mix energetico anche con il nucleare di nuova generazione su cui va aperto un confronto con il Governo. Non può essere solo un tema della campagna elettorale".

Infrastrutture, trasporti, logistica, turismo: per gli industriali c’è molto da investire. Va bene il Ponte sullo Stretto, ma bisogna realizzare anche le strade che consentano di arrivarci a Messina. Meno bene l’attuale versione dell’autonomia differenziata: "Non si può dividere il Nord dal Sud".