Mercoledì 24 Aprile 2024

"I nostri superyacht sulle rotte della sostenibilità"

"I nostri  superyacht  sulle rotte  della  sostenibilità"

"I nostri superyacht sulle rotte della sostenibilità"

SI ABBASSA L’ETÀ MEDIA (da 56 a 48 anni) degli acquirenti dei superyacht Sanlorenzo, i cosiddetti Ultra High Net Worth Individual con liquidità disponibile di almeno 50 milioni di dollari. Si consolida la strategia del Gruppo Sanlorenzo per allargare la platea dei clienti armatori avendo a riferimento l’incremento annuo dei Paperon de’ Paperoni: 24 mila all’anno da qui al 2026; ciò senza dimenticare chi già dispone dei gioielli naviganti (sono circa un migliaio gli armatori di tutto il mondo appartenenti al ‘Club Sanlorenzo’). Investimenti per accrescere la produzione e per reperire nuove aree per il refit si saldano così nelle previsioni del piano industriale triennale del colosso mondiale della nautica di lusso. "Prevediamo investimenti globali per 150 milioni di euro da qui al 2025; ciò a supporto della crescita organica, al netto di eventuali operazioni straordinarie" annuncia il patron di Sanlorenzo, Massimo Perotti, tirando le fila dell’ultimo triennio nel quale l’emergenza Covid, lungi da tarpare le ali, ha invogliato all’acquisto dei beni esclusivi, risolvendosi in sviluppo. “Nel 2023 prevediamo una crescita dei ricavi fino a 810-830 milioni di euro e dell’Ebitda margin del 18,5 per cento”, puntualizza il presidente-cavaliere dalla plancia di comando della galassia cantieristica con stabilimenti alla Spezia, Ameglia, Viareggio e Massa, più di 780 dipendenti diretti a cui sono da aggiungere i 2000 lavoratori dell’indotto.

La chiave del successo?

"L’innovazione nella tradizione, la costante ricerca dell’equilibrio tra la spinta all’introduzione di nuove idee e la coerenza con la storia del brand".

La sfida battente è quella dell’abbattimento delle emissioni. Che fare?

"Siamo già pionieri nel percorso verso la carbon neutrality".

Come?

"Grazie ad accordi esclusivi con i player mondiali dell’energia e degli e-fuel e con lo sviluppo delle tecnologie innovative (Siemens Energy, MTU Rolls Royce)".

Obiettivi?

"Varare nel 2024 il primo 50Steel, superyacht d’acciaio di 50 metri, equipaggiato con reformerfuel cell a metanolo per l’alimentazione di tutti i servizi di bordo, per poi arrivare nel 2030 al primo superyacht totalmente carbon neutral sia per l’hotellerie che per la propulsione, alimentato unicamente a metanolo. Parallelamente nel segmento delle unità sotto i 24 metri avanza il rivoluzionario progetto di Bluegame tender foilidrogeno; la ribalta sarà a cornice della Coppa America".

Cioè?

"Il progetto muove dall’impulso del New York Yacht Club per affiancare il bolide a vela American Magic durante la trentasettesima edizione dell’America’s Cup che si svolgerà a Barcellona nell’autunno 2024. Il tender che stiamo realizzando rappresenterà la massima espressione della tecnologia sostenibile che avrà propulsione con fuel cell a idrogeno. Parliamo di una barca di 10 metri che, dotata di foil, raggiungerà la velocità di 50 nodi, con un’autonomia di 180 miglia a zero emissioni. Da questa tecnologia nascerà il primo modello multiscafo di Bluegame (la divisione che costruisce gli Sport Utility Boats da 13 a 23 metri, ndr) con propulsione ibrida a idrogeno".

Ma yacht e superyacht restano il core business…

"Sì. Prevediamo l’introduzione di nuove gamme, con l’ingresso in segmenti diversi. Contestualmente lavoriamo all’arricchimento delle linee in portafoglio, portando i modelli dagli attuali 26 a 36, di cui 17 nella Divisione Yacht (con scafi in composito da 24 a 40 metri), 8 nella Divisione Superyacht (scafi in acciaio e alluminio da 44 a 73 metri) e 11 Bluegame (scafi in composito tra 13 e 23 metri). La promozione si sviluppa con l’estensione della rete commerciale".

Dove?

"Prevediamo l’apertura di uffici monobrand (oltre quelli già esistenti nelle Americhe e nelle Baleari) in Costa Azzurra, a Monaco e nell’area asiatica. Per quest’ultimo mercato in particolare è sulla via di perfezionamento l’ingresso, con quota di maggioranza, nella Simpson Marine, un network con 12 show-room e di 10 centri di servizio a copertura dell’intero Far East. L’operazione dovrebbe concludersi entro luglio".

Clienti nuovi da conquistare e vecchi clienti da fidelizzare. Come?

"Il piano prevede il rafforzamento del range di servizi offerti ai nostri armatori: da una parte la possibilità di dare in charter l’unità di proprietà attraverso la Sanlorenzo Charter Fleet, prima flotta di charter monobrand nel mondo a coronamento dell’acquisto del 100% di Equinoxe; dall’altra i corsi per la formazione degli equipaggi attraverso la Sanlorenzo Academy".

Intanto procedono le acquisizioni. Il punto?

"Prosegue la strategia di investimento indirizzata all’integrazione verticale della supply chain con partnership e partecipazioni in fornitori strategici".

Non perdono la loro identità sotto il vostro controllo?

"No. Sono fornitori di lungo corso e di altissimo pregio che aiuteremo ad espandersi. Sono meritevoli e strategici per tutto il comparto. E otteniamo l’applicazione dei principi di ESG di sostenibilità e solidarietà che Sanlorenzo applica all’interno".

Perché è importante questo ultimo aspetto?

"La valutazione vera e certificata dell’impatto ambientale e sociale delle nostre attività deve estendersi a tutti gli anelli della catena produttiva".

E intanto è nata la Fondazione Sanlorenzo. Per fare cosa?

"Per desiderio mio e della mia famiglia stiamo promuovendo questa realtà come applicazione del principio di responsabilità sociale dell’impresa. Puntiamo al sostegno delle isole minori e delle popolazioni che vi abitano finanziando progetti per lo sviluppo socio-culturale economico e ambientale di questi territori. Come prima iniziativa abbiamo lanciato un bando per borse di studio per valorizzare tesi e progetti di giovani talenti dedicati proprio alla valorizzazione delle isole".

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