Mercoledì 24 Aprile 2024

I camion Iveco verso la Cina Cnh cede a Faw

La prima offerta da 3 miliardi era stata rifiutata. Riparte la trattativa ma in Italia scoppia la polemica

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di Elena Comelli

I camion Iveco prendono la strada della Cina. Cnh Industrial ha riaperto le trattative con la cinese Faw sul futuro del produttore di veicoli pesanti della galassia Agnelli, suscitando l’entusiasmo del mercato, che ha spinto il titolo a 10,99 euro (+6,64%). Le indiscrezioni sono state confermate da Cnh, il cui nuovo ceo, Scott Wine, si è insediato proprio questa settimana. "Nessun accordo finale sulla portata o la natura della cooperazione è stato ancora raggiunto", ha specificato però un portavoce.

Una eventuale vendita di Iveco rappresenterebbe uno scenario alternativo rispetto al progetto di spin-off presentato lo scorso anno da Cnh Industrial, che aveva già respinto un’offerta di Faw, gruppo statale con sede a Changchun, specializzato nella produzione di mezzi pesanti con il marchio Jiefang. La compagnia cinese aveva fatto un’offerta preliminare che stimava Iveco poco più di 3 miliardi di euro. Cnh aveva respinto l’offerta perché considerava la valutazione troppo bassa.

La possibile svolta è arrivata quando Faw ha deciso di espandersi sul mercato internazionale dei veicoli commerciali. Il gruppo cinese ha migliorato la sua offerta, per acquisire tutte le attività di veicoli commerciali di Iveco, inclusi camion e bus (ma non i mezzi speciali e da difesa), oltre a una quota nella divisione motori di Fiat Powertrain Technologies. Iveco, il più piccolo dei produttori di autocarri tradizionali d’Europa, è concorrente di Volkswagen, Daimler e Volvo e produce già furgoni in Cina con Saic Motor, altra azienda di proprietà statale.

Lo spin-off dal gruppo controllato da Exor, la holding della famiglia Agnelli, era inizialmente previsto per l’inizio del 2021, ma è stato ritardato dalla crisi del coronavirus e ora probabilmente verrà abbandonato a favore della nuova ipotesi di vendita.

La nuova offerta di Faw ha superato anche quella della rivale Shandong Heavy Industry, che aveva messo sul piatto almeno 3,5 miliardi di euro. Su un altro fronte, Iveco è in trattative con la startup cinese Plus, sempre legata a Jiefang, per sviluppare congiuntamente tecnologie per veicoli pesanti a guida autonoma, mercato previsto in grande espansione nei prossimi anni.

Sull’ipotesi si è intanto espressa negativamente l’opposizione, con Urso (Fd’I) che parla di "preoccupazione" e chiede che venga "utilizzato il golden power".

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