Prosegue la fase di rientro dell’inflazione, che a marzo scende al +7,7% dal +9,1% del mese precedente, guidata dalla dinamica dei prezzi dell’energia, secondo le stime preliminari dell’Istat. Nell’area euro l’inflazione dovrebbe attestarsi al 6,9% a marzo, in calo rispetto all’8,5% di febbraio, come evidenziato dai dati di Eurostat. Per l’Italia, si tratta del livello più basso da maggio 2022, quando era al 6,8%. Su base mensile l’indice dei prezzi al consumo ha registrato una diminuzione dello 0,3%. Continuano, però, le tensioni al rialzo dei prezzi dei beni alimentari non lavorati e l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimenti freschi, registra "ancora una moderata accelerazione" (da +6,3% a +6,4%). Il rallentamento della corsa prezzi non si riflette infatti sul carrello della spesa. La crescita dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona rimane stabile su base tendenziale al 12,7%. È superiore di cinque punti percentuali al tasso dell’inflazione (7,7%).
Coldiretti conferma il trend, sottolineando un aumento dei prezzi dei vegetali freschi del 9,4% sotto la spinta del mix cambiamento climatico e costi di produzione. In particolare, si registra un’accelerazione degli alimentari non lavorati (+9,3%) e un lieve rallentamento dei lavorati (+15,3%) sui quali continuano a pesare i costi di trasformazione e confezionamento, dal vetro alle etichette fino ai tappi. Le associazioni dei consumatori mettono in evidenza i problemi che rimangono presenti per famiglie e imprese. "Per una coppia con due figli, ad esempio, la stangata è pari a 2.306 euro su base annua, di cui 1.015 solo per mangiare e bere, 1.062 euro per il solo carrello della spesa", rileva Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori.
Elena Comelli