Domenica 1 Settembre 2024

L’Europa torna a crescere. Opportunità per investire

Analisti e gestori internazionali si interrogano su dove investire tra Europa e Stati Uniti. Clément Inbona vede buone prospettive per l'Eurozona, con segnali di crescita e possibili tagli dei tassi da parte della BCE. L'occupazione e le esportazioni potrebbero favorire il Vecchio Continente.

L’Europa torna a crescere. Opportunità per  investire

L’Europa torna a crescere. Opportunità per investire

EUROPA o Stati Uniti? Da mesi, gli analisti e i gestori delle maggiori case d’investimento internazionali si interrogano su quale sia la sponda dell’Atlantico in cui è conveniente investire oggi, in un anno cruciale per la politica di Washington e dell’Ue. A novembre negli Stati Uniti ci saranno infatti le presidenziali, mentre nel Vecchio Continente, fra meno di due settimane, si vota per il rinnovo del Parlamento di Bruxelles e Strasburgo. Nelle scorse settimane, una presa di posizione più favorevole alle borse europee piuttosto che a Wall Street è arrivata da Clément Inbona (nella foto), fund manager della casa di gestione del risparmio parigina La Financière de l’Echiquier. "Si sta gradualmente profilando una schiarita per l’attività economica dell’Eurozona a lungo avvolta nella nebbia", ha scritto in un commento, aggiungendo: "È una sensazione, questa, che si sta diffondendo tra gli analisti finanziari, i quali iniziano a rivedere al rialzo le previsioni sugli utili aziendali".

Per Inbona si tratta di buone notizie che dovrebbero far puntare di nuovo i riflettori dei mercati sulle azioni quotate nelle principali borse del Vecchio Continente. Alla base di questa valutazione, c’è un’attenta analisi dei principali indicatori macroeconomici, da una parte e dall’altra dell’oceano. Al di qua dell’Atlantico, nel 2022 e nel 2023 l’Unione Europea è rimasta impantanata in cinque trimestri di crescita stagnante, in uno stretto intervallo compreso tra -0,1% e un risicato +0,1%. Ora, però, i dati preliminari per il primo trimestre 2024 fanno intravedere uno spiraglio verso la fine del tunnel. Con una crescita dello 0,3% tra gennaio e marzo, si sta infatti profilando la via d’uscita dalla stagnazione e i motivi per crederci sono sempre più numerosi. Quanto all’inflazione, il fund manager di la Financière de l’Echiquier evidenzia che nell’Eurozona i dati sono più bassi del previsto mentre l’aumento dei prezzi persistente negli Stati Uniti sta cogliendo gli economisti di sorpresa. Per questo motivo, secondo Inbona, la Bce potrebbe presto allentare la sua politica monetaria e oggi sta apertamente ipotizzando un primo taglio dei tassi d’interesse a giugno. La banca centrale statunitense, la Federal Reserve (Fed), ha mantenuto invece lo status quo nell’ultima riunione dei suoi vertici, senza aprire la porta a un taglio al costo del denaro nell’immediato.

"Se la Bce dovesse iniziare a ridurre i tassi prima della Fed, si verrebbe a creare una divergenza mai vista da quando è stata creata la Banca centrale europea", dice ancora Inbona. Un quadro simile si ha analizzando anche i dati sull’occupazione. Per quanto paradossale, nonostante la stretta monetaria senza precedenti e la crescita asfittica, la disoccupazione rimane a un livello storicamente basso in tutta l’Eurozona mentre gli ultimi dati destano preoccupazione negli Stati Uniti dove, in un anno, la quota dei senza lavoro è aumentata dello 0,5%. Certo, il tasso di disoccupazione americano è storicamente più basso di quello europeo ma, secondo Inbona, un mercato del lavoro in peggioramento negli Usa lascia presagire un calo della fiducia e una contrazione dei consumi.

Infine, secondo il fund manager francese, l’Europa, potrebbe inoltre beneficiare della ripresa delle sue esportazioni, che sono uno dei pilastri dell’economia continentale. Tutti i maggiori organismi internazionali come l’Ocse, il Fondo Monetario e l’Omc prevedono infatti un rimbalzo significativo del commercio mondiale nel 2024 e nel 2025 con un contributo positivo in particolare proprio dell’export dell’Eurozona.