Lunedì 29 Aprile 2024

L’appello degli editori: "Si aggrava la crisi. Il governo concentri più risorse sulla stampa"

La Fieg interviene dopo gli ultimi dati sull’andamento economico del settore Il presidente Riffeser: "Tutti i partiti siano coesi contro la cattiva informazione"

Appello degli editori al governo (Foto Germogli)

Appello degli editori al governo (Foto Germogli)

Roma, 13 aprile 2024 - Un appello al governo per concentrare attenzione e risorse sulla stampa, in un momento di crisi e di forte preoccupazione per il settore. A lanciarlo è la Fieg, la Federazione Italiana Editori Giornali, sottolineando quanto, soprattutto in questo momento storico, la stampa sia un comparto fondamentale al servizio del pluralismo e della democrazia.

Le imprese editoriali attendono interventi che tardano ad arrivare, mentre si mantengono ingenti finanziamenti verso settori non strategici per la democrazia, come lo è invece la stampa. E, questo, mentre la tenuta del settore suscita già particolari preoccupazioni all’indomani di una legge di Bilancio che ha tagliato risorse al comparto".

Si è così espresso il presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti, intervenendo sugli ultimi dati relativi all’andamento economico del settore editoriale. "Nei primi mesi del 2024 – ha sottolineato Riffeser – il fatturato pubblicitario della stampa ha subito un calo del 13,7 per cento e, dopo la decisione di eliminare l’obbligo della pubblicazione dei bandi degli appalti dei giornali, la pubblicità legale dei quotidiani è diminuita del 53,6 per cento. Rivolgo, quindi, un serio invito al governo e a tutte le forze politiche, affinché siano coese nella volontà di contrastare la cattiva informazione, garantendo una informazione di qualità, fondamentale tanto più in un periodo di confronto elettorale".

“A tale fine – ha concluso il presidente della Fieg – è indispensabile e urgente incrementare in maniera adeguata le risorse di sostegno al settore, così da favorire gli investimenti tecnologici necessari in un periodo in cui l’intelligenza artificiale rischia di essere un treno ad altissima velocità che potrà compromettere il pluralismo dell’informazione se restasse appannaggio di chi ha incalcolabili risorse fuori dai nostri confini nazionali".

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