Roma, 22 aprile 2024 – Il futuro dell'Italia che abiteremo. Le sfide della sostenibilità ambientale. E quelle delle nuove tecnologie nel processo di trasformazione degli stili di vita per il benessere delle persone nei luoghi, negli spazi e nelle città in cui vivono. Di tutto questo si è parlato a Palazzo Ferrajoli nell'iniziativa “Build in Italy – L'Italia che abiteremo by Remind”. L'evento è condotto dal presidente Paolo Crisafi e l'obiettivo è promuovere la collaborazione tra pubblico e privato con un approccio integrato tra tre pilastri fondamentali dell'economia: l'immobiliare, le infrastrutture e i trasporti.
La sessione mattutina si apre con il saluto del presidente del Senato Ignazio La Russa, il quale ricorda che “il patrimonio immobiliare italiano rappresenta nel migliore dei modi quella stratificazione culturale e architettonica millenaria che fa delle nostre città e dei nostri borghi delle vere e proprie eccellenze a livello mondiale”.
Introduce il presidente dei giovani di Remind Tommaso Accetta prima dell'apertura dei lavori di Renato Loiero, consigliere per le politiche di bilancio della presidenza del Consiglio: “Oggi la maggioranza delle persone vive in aree urbane con processi di inurbamento in continua crescita. La popolazione a livello globale era di 746 milioni nel 1950 e supererà i 6 miliardi entro il 2045. La necessità è collegare il “centro” (core) con “periferie” (cintura) sempre più popolate, distribuendo i servizi, mobilità e creando le infrastrutture necessarie per un sistema integrato. Dal mondo della rigenerazione urbana c’è da aspettarsi molto in termini di sostenibilità, miglioramento delle performance e di qualità della vita per i cittadini con un importante impatto sulla sicurezza, sul benessere delle persone e sulla crescita economica dell’Italia nei prossimi anni”.
Poi arrivano i messaggi di politica e istituzioni. Il vicepresidente della Camera dei deputati Giorgio Mulé critica la direttiva Green approvata dal Parlamento Europeo: “Non tiene conto della particolarità italiana. Il 2030 e il 2050 sono date che devono fare i conti con la realtà di Paesi del Quattrocento, di case costruite nel Cinquecento e nel Seicento, e che dall'oggi al domani non possono diventare il Bengodi della domotica e il Bengodi della transizione ecologica”.
Il deputato di fratelli d’Italia Luciano Ciocchetti è critico: “manca una legge nazionale sulla rigenerazione urbana, non c’è, ci sono solo alcuni esempi di leggi regionali sulla rigenerazione; quella del Lazio posso dirvi che è assolutamente un fallimento, se soltanto 57 comuni su 378 hanno aderito ad alcuni articoli della Legge n.7 del 2017 della Regione Lazio”
Il ministro delle Riforme Elisabetta Casellati plaude all'”approfondita riflessione su problematiche di grande attualità e su questioni strategiche per il nostro sviluppo”. Il responsabile dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin è chiaro: “Dobbiamo modernizzarci. Questa è la sfida che il nostro Paese dovrà affrontare cercando di gestire questo cambiamento epocale dato dalla transizione ecologica. Un mutamento imposto dagli effetti del cambiamento climatico e reso ancor più complesso dalle turbolenze dei conflitti geopolitici che purtroppo ci sono vicini. Ma dobbiamo cercare di vivere questa transizione ecologica, energetica, ambientale come un'opportunità per essere i primi a dare un esempio per gli altri Paesi”.
Il ministro del Made in Italy e delle Imprese Adolfo Urso punta sul partenariato pubblico-privato: “È una delle nostre strategie chiave: condividendo risorse, conoscenze e competenze, possiamo sviluppare soluzioni che non solo rispondono alle esigenze attuali ma che precedono anche le sfide future, rendendo le nostre città più accoglienti, efficienti e vivibili”. La viceministro del Lavoro Maria Teresa Bellucci ricorda che “noi siamo i luoghi che abitiamo” e fa l'esempio di Scampia: “È un esempio di questo modo di approcciare la rigenerazione sociale e la rigenerazione urbana. Abbiamo per la prima volta stanziato delle risorse imponenti, 250 milioni di euro per, poter aprire dei luoghi a misura di adolescenti, di preadolescenti, di minori, aprendo comunità giovanili, aprendo case per il bambino insieme ai servizi sociali e sanitari che possano essere vicine alle persone”.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'Innovazione Alessio Butti dice che “ognuno degli interventi di trasformazione digitale su cui siamo impegnati è un tassello del mosaico che comporrà un’Italia migliore. Più inclusiva, più competitiva e più innovativa. La collaborazione tra l’ambito pubblico, le competenze private e i saperi scientifici è il collante che unisce i pezzi del mosaico”. La sessione pomeridiana si apre con l'intervento del prefetto di Roma Lamberto Giannini, che ricorda gli interventi per la rigenerazione urbana a Tor Bella Monaca. Poi tocca alla professoressa Francesca Moraci, che insegna urbanistica all'università di Reggio Calabria. Marco Rago, consigliere del ministero degli Esteri, parla invece delle piattaforme di collaborazione con i paesi lontani («vuol dire attrarre investimenti in Italia») e dell'idea di “una nuova piattaforma digitale che possa avvicinare l'Italia ad alcuni paesi dell'America Latina. Fare sinergia vuol dire avvantaggiare il nostro sistema produttivo, vuol dire far conoscere l'Italia nel mondo. Questa è la nostra mission”. Chiude i lavori il consigliere per le politiche di bilancio della presidenza del Consiglio Renato Loiero: “Noi siamo i luoghi che abitiamo. Per questo dobbiamo trovare nuove regole per migliorare la vita dei cittadini. Le due parole chiave sono sostenibilità e innovazione. Solo dal mondo della rigenerazione urbana c’è da aspettarsi il miglioramento delle performance e di qualità della vita per i cittadini con un importante impatto sulla sicurezza, sul benessere delle persone e sulla crescita economica dell’Italia nei prossimi anni”.
Ha concluso i lavori Paolo Crisafi, presidente di Remind e promotore di Build in Italy: “Le nostre città, i nostri paesaggi, le strade e i vicoli sono il risultato di quella complessa commistione di tradizione e innovazione, di bellezza e funzionalità, che sono l’essenza del “Made In Italy”. Una ‘fusione’ radicata nella passione e nell'abilità dei nostri imprenditori, manager, professionisti, artigiani e tecnici che lavorano instancabilmente per creare ambienti che rispecchino al meglio la nostra identità. Riflettere sull'Italia che abiteremo ci aiuta a comprendere come affrontare le sfide che ci attendono dandoci la possibilità di prendere decisioni personali e collettive pragmatiche e realistiche sempre per promuovere la sicurezza delle Nazione garantendo, al contempo, la tutela dell'ambiente e il benessere delle persone”.
"È fondamentale considerare che le azioni che intraprendiamo oggi – ha proseguito Crisafi – avranno un impatto significativo sul futuro dell’Italia e sulle generazioni a venire. Collaboriamo con il Governo, il Parlamento e le altre Istituzioni, in particolare, nell’individuare e porre in essere le direttrici su cui bisogna lavorare riassunte nelle “tre S”: Senior Housing, Social Housing e lo Student housing. Vogliamo essere parte della soluzione per affrontare le sfide legate al cambiamento climatico, alla cultura dell’abitare e all’efficientamento energetico adottando azioni concrete e durature per la sicurezza di famiglie e imprese. Il comparto immobiliare allargato è in continua evoluzione, e l'associazione è determinata ad essere parte attiva e integrativa di questo cambiamento in modo positivo. È quanto mai necessario inserire in una visione di sistema le tradizionali categorie settoriali, importanti per compattare i segmenti delle attività produttive, al fine di dare un nuovo impulso all’incontrovertibile esigenza dei tempi di congiungere il più vasto panorama di attori e la più estesa partecipazione delle professioni e dei soggetti pubblici e privati, favorendo così sinergie, reti, reciproci arricchimenti”.
"Il nostro scopo – ha concluso – è quello di costruire un presente e un futuro migliori, integrando il vasto bagaglio tecnico e esperienziale del passato con le nuove frontiere dell'innovazione all'interno di un tessuto sociale, economico e culturale in costante evoluzione. La nostra proposta sta proprio nell’alimentare la collaborazione tra pubblico e privato per migliorare e rendere organiche le attuali e future misure per la cultura dell’abitare, per l’attrattività degli investimenti, per lo sviluppo sostenibile e per la messa in sicurezza della Nazione; e ciò anche con un campo d’azione sulla prevenzione dei rischi e la gestione delle emergenze legate al territorio. Un “PNSS - Piano Nazionale per la Sicurezza e la Sostenibilità” sia relativamente al patrimonio sia alle persone negli spazi, luoghi, territori e paesaggi dove vivono, operano e transitano. Continueremo a collaborare con le istituzioni per affrontare le sfide del presente e per cogliere le opportunità che ci attendono, con l'obiettivo che l’immobiliare allargato possa contribuire sempre di più alla crescita della nostra amata Italia”.