Gli analisti sono (quasi) tutti d’accordo: tra un paio d’anni il mercato del Metaverso sfiorerà gli 800 miliardi di dollari. E mentre i brand si equipaggiano per cogliere il potenziale, s’attrezzano le università per studiarlo, per analizzare la reazione del consumatore nel web 3.0 e per sperimentare nuove formule. Dal Metaverse Marketing Lab del Politecnico di Milano, l’ultimo nato, ai centri di ricerca del dipartimento di Psicologia di Bicocca, passando dal Mvo-Metaverse Observatory della Iulm, che indaga le strategie comunicative nei diversi contesti di mercato, fashion e cultura inclusi. D’altronde anche il festival di Cannes non ha resistito alla tentazione di entrarci e Jovanotti ha creato il suo Jovaverso: farà entrare i fan pure in camerino.
Arte, gioco, business. Così il Metaverso ha fatto capolino nella Design Week di Milano dal 7 al 12 giugno, nonostante fosse l’edizione della presenza di massa e del ritorno alla tradizione, dopo due anni di stop, con 400mila visitatori in carne e ossa. "Il concetto di Metaverso non è nuovo, è innovativo cosa si può fare nel Metaverso e come si può comunicare – spiega Emma Zavarrone, professoressa di Statistica sociale della Iulm, al timone dell’Mvo –. Abbiamo avuto diversi esempi dall’avatar custom fit, al bar virtuale passando per fashion week e design week". Che è stata analizzata nella sua veste tradizionale, nel design digitale rivoluzionato dai cosiddetti Nft (Non Fungible Tokens) e in quel Metaverso che ambisce a fare incontrare i due pianeti, tra realtà aumentata e criptovalute.
"Il virtuale sta timidamente entrando anche nel settore dell’arredamento, fornendo alcuni spunti di esperienza futura – sottolinea Zavarrone –. La presenza della proiezione virtuale attraverso il Metaverso è stata protagonista della Design Week in modo non pervasivo ma incisivo". Per quantificare in che misura l’esperienza virtuale del consumatore abbia trovato spazio al Salone del Mobile 2022 e a quali contesti sia associata, il laboratorio Mvo ha messo sotto la lente i discorsi online contando "1.997 i tweet, dal 7 al 12 giugno, in cui il futuro compare insieme all’abitare . Il 4,12% della narrazione sull’evento si basa sull’esposizione virtuale e sulle installazioni – spiega Zavarrone –. La virtual exhibition è connessa all’esperienza del fruitore, agli spazi domestici e alla materialità dei prodotti per il 2,85%; all’idea di progresso per l’1,74% che a sua volta è correlato alla sostenibilità ambientale".
"In generale, per quanto riguarda la comunicazione, da gennaio stiamo monitorando sia online che offline cosa succede intorno al Metaverso – conclude la docente –. Il sentiment è in prevalenza positivo, pochi internauti manifestano rabbia o paura. Nei settori indagati notiamo la presenza di imprenditori visionari auspicando che riusciranno a trainare i più conservativi. Il Metaverso rappresenta una evoluzione del nostro quotidiano, è realistico che al momento si confrontino detrattori e sostenitori, ci vorrà un po’ di tempo per sfruttare tutte le potenzialità".