Venerdì 26 Aprile 2024

Deliveroo in Borsa, ma i rider frenano l’Ipo

Debutto disastroso a Londra per il gigante delle consegne: il titolo perde fino al 30%. Investitori preoccupati per la questione contratti

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di Elena Comelli

Debutto da brivido per Deliveroo alla Borsa di Londra. I titoli del colosso del cibo a domicilio fondato da Will Shu sono arrivati a perdere il 30% nelle prime battute della seduta rispetto al prezzo di collocamento (3,9 sterline), che già era stato fissato al limite inferiore del range di prezzo deciso in sede di Ipo. Il titolo, che a fine giornata scambiava a poco più di 3 sterline, è stato anche brevemente sospeso dalle negoziazioni per l’alta volatilità. Il collocamento di Deliveroo ha comunque raccolto 1,5 miliardi di sterline, per una capitalizzazione di Borsa di 7,59 miliardi. A preoccupare gli investitori, però, è la struttura dell’azionariato, composta da due classi di azioni, e soprattutto i dubbi sul trattamento controverso dei lavoratori, che rendono un investimento nella società incompatibile con i principi di sostenibilità sociale che sempre più operatori si impegnano a rispettare.

La prossima settimana centinaia di rider hanno in programma una protesta per chiedere paghe più alte e condizioni di lavoro migliori. Nelle ultime settimane, inoltre, il comparto ha perso smalto rispetto al boom dell’home delivery coinciso con i lockdown per contrastare la pandemia di Covid 19, anche alla luce dell’accelerazione delle campagne vaccinali e nella prospettiva di un allentamento delle restrizioni in molti paesi. Nell’ultimo mese a Wall Street Doordash ha perso il 23%, mentre in Europa sono stati messi sotto pressione i titoli di Just Eat, Delivery Hero e HelloFresh. La quotazione di Deliveroo resta comunque la più grande della City dall’inizio dell’anno: la società e alcuni azionisti hanno venduto 384,6 milioni di azioni, pari al 21% del capitale.

Deliveroo intende utilizzare i proventi netti derivanti dall’emissione delle nuove azioni per continuare ad investire nelle opportunità di crescita disponibili: portare online il settore del cibo rappresenta un’enorme opportunità di mercato. "Ci sono 21 occasioni di pasto in una settimana (colazione, pranzo e cena), sette giorni a settimana. Adesso, meno di una di queste 21 operazioni commerciali avviene online. Noi siamo al lavoro per farle aumentare", spiega la società. "Abbiamo rispettato i nostri piani, dal punto di vista della crescita, dell’espansione e della redditività, ma siamo davvero solo all’inizio del nostro viaggio", fa sapere ancora l’azienda.

Il ministro delle finanze britannico Rishi Sunak, che aveva definito Deliveroo "una storia di successo britannica", ha affermato di non essere imbarazzato dal crollo odierno. "I prezzi delle azioni salgono, i prezzi delle azioni scendono", ha detto Sunak, che ha ricordato l’incerto debutto di Facebook del 2012. Tra gli azionisti che hanno venduto durante il collocamento ci sono Amazon (91 milioni di sterline di incasso) e il fondatore Will Shu (26 milioni). Deliveroo, nata nel 2013, non ha mai raggiunto la profittabilità di bilancio, ma nel 2020 ha registrato un aumento di ricavi del 54%, grazie all’aumento degli ordini dovuto al lockdown, che l’ha portata a chiudere l’anno con un rosso di 224 milioni di sterline.

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