Decreto Pa, nella bozza previste assunzioni e la stabilizzazione dei precari di Comuni, Province e Regioni

Nel testo si parla di 3mila assunzioni, ma fonti di Palazzo Chigi: numeri da ridimensionare. Formez verso il commissariamento, nasce l’Osservatorio del lavoro pubblico

Il ministro della P.a. Paolo Zangrillo (ImagoE)

Il ministro della P.a. Paolo Zangrillo (ImagoE)

Roma, 4 aprile 2023 - Assunzioni nei diversi livelli della pubblica amministrazione, misure per il potenziamento delle funzioni degli enti locali anche in relazione all'attuazione del Pnrr entro il 31dicembre 2026, stabilizzazioni dei precari che hanno lavorato in Regioni, Province e Comuni per almeno tre anni. Sono questi alcuni dei temi contenuti nei 30 articoli della bozza del Dl Pa attualmente in circolazione e che, in un primo tempo, sembrava poteva essere già discusso nel prossimo Consiglio dei ministri di giovedì 6 aprile.

Assunzioni nei ministeri

Secondo la bozza sono circa 3mila i lavoratori che dovrebbero essere assunti: attorno a 1.700 sono straordinari e un migliaio, fra il 2023 e il 2026, per le forze dell'ordine. Ma fonti di Palazzo Chigi chiariscono che tali numeri costituiscono la mera sommatoria delle proposte avanzate dai singoli ministeri. Su tali richieste, spiegano le stesse fonti, è in corso un approfondimento e una verifica di fattibilità di sistema e di copertura finanziaria. Pertanto, viene spiegato, dopo tale valutazione i numeri e l'impatto risulteranno fortemente ridimensionati.

Scorrendo le tabelle allegate alla bozza, le assunzioni destinate ai Ministeri (fra dirigenti, funzionari e assistenti) risulterebbero così suddivise: 301 all'Interno, 11 alla Cultura, 20 alle Infrastrutture, 210 agli Esteri, 103 all'Agricoltura, 4 all'Ambiente, 4 a Università e ricerca, 2 al Ministero per imprese e made in Italy, 350 funzionari a quello del Lavoro, 142 al Turismo, 49 alla Salute. 

Stabilizzazione dei precari

Il testo prevede anche che Regioni, Province e Comuni possano procedere alla stabilizzazione dei precari che abbiano prestato servizio per almeno 36 mesi. Le assunzioni, riservate a personale non dirigenziale, dovranno avvenire "nei limiti dei posti disponibili della vigente dotazione organica" e "nella qualifica ricoperta" dopo un "colloquio selettivo" e "all'esito della valutazione positiva dell'attività lavorativa svolta".

Possibili incarichi a pensionati

Le amministrazioni pubbliche – prevede poi la bozza – "possono conferire incarichi dirigenziali o direttivi retribuiti al personale collocato in quiescenza, per un periodo non superiore a due anni e comunque in misura non superiore al 10 per cento delle facoltà assunzionali disponibili a legislazione vigente". Gli incarichi conferiti cesseranno, in ogni caso, al 31 dicembre 2026. Le amministrazioni dovranno anche riservare, nei bandi di reclutamento e negli avvisi per il conferimento di incarichi, una quota corrispondente a quella utilizzata in applicazione del secondo periodo a favore di soggetti di età inferiore a 30 anni.

Ispettorato del lavoro

Inoltre l'Ispettorato del lavoro viene soppresso e le sue competenze sono assegnate al Ministero che nell'ambito della sua riorganizzazione definisce due dipartimenti denominati "Dipartimento per le politiche del lavoro e sociali" e "Dipartimento per le attività ispettive". La norma prevede tra l'altro che "le risorse umane, strumentali e finanziarie dell'Ispettorato soppresso sono trasferite al Ministero del lavoro e delle politiche sociali".

Formez commissariato

Nella bozza è previsto anche che il FormezPA venga commissariato dal capo del Dipartimento della funzione pubblica della presidenza del Consiglio. Il commissario avrà il compito di modificare lo statuto, l'organizzazione e la struttura interna dell'azienda in house, anche con riferimento all'attribuzione di possibili nuove funzioni.

Un Osservatorio sul lavoro pubblico

Il testo prevede che a Palazzo Chigi si insedi un Osservatorio nazionale del lavoro pubblico con il compito anche di monitorare le riforme per la pubblica amministrazione. L'Osservatorio sarà anche chiamato a promuovere lo sviluppo strategico del Piano integrato di attività e organizzazione e le connesse iniziative di indirizzo in materia di lavoro agile, innovazione organizzativa, misurazione e valutazione della performance, formazione e valorizzazione del capitale umano, nonché di garantire la piena applicazione delle attività di monitoraggio sull'effettiva utilità degli adempimenti richiesti dai piani non inclusi nel Piano, anche con specifico riguardo all'impatto delle riforme in materia di pubblica amministrazione. Il ministro per la P.a, con decreto, definirà composizione e funzionamento dell'Osservatorio, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Non sono previsti emolumenti, compensi, indennità o rimborsi per la partecipazione all'Osservatorio.

L’inviato speciale per il cambiamento climatico

"Per consentire una più efficace partecipazione italiana agli eventi e ai negoziati internazionali sui temi ambientali, inclusi quelli sul cambiamento climatico, il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica e il ministro degli Esteri nominano l'inviato speciale per il cambiamento climatico. Entrambi i dicasteri assicurano il supporto tecnico e organizzativo all'inviato nell'ambito delle risorse finanziarie, umane e strumentali disponibili a legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.

Riattivato il numero 1500

Infine "il servizio di pubblica utilità '1500', affidato in outsourcing", sarà "riattivato dal ministero della Salute secondo le medesime modalità, ove compatibili, in regime di contabilità ordinaria", "nelle more dell'affidamento ad un nuovo operatore economico, e comunque non oltre il 31 dicembre 2023".  disattivato a inizio 2023, con effetti ricaduti sulle spalle degli operatori che durante la pandemia avevano risposto alle domande dei cittadini su misure anticontagio, green pass e vaccinazioni. Nella bozza sono contenute disposizioni in materia di "salvaguardia dei livelli occupazionali necessari al funzionamento" del servizio.

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