Venerdì 26 Aprile 2024

Dallo Stato un fondo da 90 milioni Riparte il business della zootecnia

Le contromosse per battere la crisi. .

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di Lorenzo Frassoldati

Tutta la zootecnia italiana ha pagato un prezzo salatissimo al lockdown e alla pandemia con lo stop di Horeca (alberghi, bar, ristoranti, catering) e la caduta dei consumi di carne, in particolare bovina. Col DL Rilancio è stato approvato un fondo di emergenza di 90 milioni "espressamente istituito a supporto del settore zootecnico, destinato all’erogazione di aiuti diretti e alla definizione di misure di sostegno al settore, con particolare riferimento all’ammasso privato", dice la ministra Teresa Bellanova.

"Avevamo preso l’impegno che non avremmo lasciato solo nessuno. Lo stiamo mantenendo". Le filiere zootecniche destinatarie di questo provvedimento saranno, in base alle prime indicazioni emerse, la suinicoltura, il settore ovicaprino, quello cunicolo e quella del vitello da carne. Per la filiera del latte bufalino sono stati stanziati ulteriori 2 milioni in aggiunta alle risorse già definite ad aprile. L’intesa raggiunta in sede di Conferenza Stato-Regioni ha dato via libera alle misure. "Si tratta di una boccata di ossigeno vitale per il settore agro-alimentare-zootecnico italiano che accogliamo con favore", è il commento di Marcello Veronesi, presidente di Assalzoo, che rappresenta l’industria mangimistica italiana con un fatturato di oltre 7,5 miliardi di euro, circa 8.000 addetti, escluso l’indotto, e una produzione che supera i 14,6 milioni di tonnellate.

"Una misura che gli allevatori aspettavano da tre mesi – continua Veronesi – e che permetterà di ottenere liquidità in comparti in grave sofferenza. Tuttavia non possiamo considerarla uno strumento sufficiente per il rilancio del settore: servono altri interventi per far ripartire i consumi interni e per risollevare l’export nazionale". Le filiere zootecniche sono i comparti che hanno subito gravissime ripercussioni dalla crisi economica e non godono di aiuti strutturali adeguati. Gli allevatori hanno dovuto scontare la riduzione della domanda di animali da macellare e il rallentamento delle attività di trasformazione. Di conseguenza hanno dovuto sostenere maggiori costi nei propri allevamenti. Questo processo non ha risparmiato il settore delle Dop e dei prodotti premium dell’agroalimentare italiano. Le risorse stanziate dal Ministero seguiranno due linee di finanziamento. La prima riguarda aiuti alla macellazione di suini, vitelli, ovicaprini e conigli, per complessivi 63 milioni di euro e con un tetto massimo di 100.000 euro per azienda. La seconda, per complessivi 25 milioni di euro, è destinata a finanziare l’ammasso privato per 90 giorni, di carni di vitello e di prosciutti Dop.

"Proprio quest’orizzonte temporale rende incerti gli effetti della misura", sottolinea Veronesi. "Al termine di questi 90 giorni i prodotti ritirati dovranno essere reimmessi sul mercato con il rischio che la situazione generale si ripresenti nelle stesse condizioni di oggi. Sono pertanto necessari ulteriori provvedimenti che possano completare questo primo intervento del ministero".

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