Lunedì 29 Aprile 2024

Crisi automotive Si moltiplicano i licenziamenti

Mentre sale la protesta per Gkn, chiude Timken. La transizione ecologica ha messo in crisi il settore

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Migliaia di manifestanti hanno invaso ieri mattina piazza Santa Croce a Firenze contro la chiusura dello stabilimento Gkn di Campi Bisenzio e il licenziamento di tutti i suoi 422 dipendenti. La manifestazione è stata lanciata in occasione dello sciopero generale territoriale indetto da Cgil-Cisl-Uil. Ma il tema ha superato subito i confini fiorentini, dopo che nel pomeriggio analoga sorte è toccata ai 106 lavoratori della Timken di Brescia, licenziati senza alcun ricorso agli ammortizzatori. Fim, Fiom e Uilm sono sul piede di guerra: dallo sblocco dei licenziamenti per volontà del governo, in pochi giorni - affermano - sono state avviate procedure di licenziamento per 1.500 lavoratori.

Sabato 3 luglio i 152 lavoratori della Gianetti Ruote di Ceriano Laghetto, in provincia di Monza, sono stati licenziati con una mail alla fine del turno pomeridiano. Il 9 luglio è stata la volta dei dipendenti della Gkn. Ieri dei lavoratori della Timken.

Allo stabilimento bresciano di proprietà statunitense, sempre del settore automotive, sono immediatamente partiti sciopero e presidio, che oggi sarà esteso per quattro ore ai metalmeccanici di tutta la Brianza. Il 22 luglio si terrà anche lo sciopero di 2 ore nell’Emilia Romagna con assemblee. Domani è in programma a Taranto lo sciopero di 8 ore dei lavoratori di Acciaierie D’Italia e giovedì 22 luglio sciopero di 8 ore di tutto il gruppo Whirlpool. La viceministra Todde ha già detto che si aspetta una crescita dei tavoli di crisi, che erano scesi da 149 agli attuali 86, di cui 55 aperti e 29 di monitoraggio. I sindacati non intendono stare a guardare.

"Non si può permettere ai fondi e alle multinazionali di disfare il sistema industriale di questo Paese - dichiara Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil - il governo ha sbagliato a sbloccare i licenziamenti dell’industria senza aver messo in campo adeguate politiche industriali e una riforma degli ammortizzatori sociali. Vanno bloccati i licenziamenti nell’automotive - settore strategico per l’industria e parte rilevantissima delle nostre esportazioni - che attraversa una fase di profonda trasformazione".

Trasformazione che dipende molto dalla necessità di una transizione ecologica che modificherà pesantemente la componentistica delle auto e che, secondo alcune stime, cancellerà il 30% di un settore fondamentale per l’economia italiana.

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