Venerdì 26 Luglio 2024
GIORGIO COSTA
Economia

Congiuntura, maggio positivo per le imprese di Confindustria

Aumentano produzione e aspettative, ma le incertezze internazionali non lasciano tranquilli gli industriali

"L’IA in fabbrica?. Intesa possibile". Il piano di Google per le Pmi di Prato

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Roma, 29 maggio 2024 – Grandi imprese ottimiste sull’andamento dell’economia. La chiusura del mese di maggio si prospetta positiva per l'industria italiana: infatti, secondo l’indagine rapida di maggio di Confindustria, il 45% del campione di grandi imprese industriali prevede un aumento della produzione rispetto al mese scorso. Solo il 6,2% ipotizza un calo, mentre il restante 48,8% non si aspetta variazioni significative.

Questi dati evidenziano un sentiment in miglioramento rispetto alla rilevazione di aprile, dove il 33,3% degli intervistati ha dichiarato di attendersi un peggioramento della produzione, mentre solo il 17,3% ha dichiarato di attendersi un miglioramento.

La dinamica di domanda e ordini continua a essere il fattore di traino o ostacolo più rilevante per le aspettative di produzione, secondo la rilevazione di Confindustria. Questo mese si osserva una flessione del saldo tra le imprese che la vedono come un fattore positivo e quelle che la percepiscono come un fattore negativo, passando da 13,7% nel mese di aprile, a 7,6% a maggio.

Ma non mancano le difficoltà. Infatti, è in lieve miglioramento la percezione di disponibilità di manodopera e il saldo, seppur negativo, sale da -2,6% ad aprile, a -2% a maggio. Restano poi le preoccupazioni per quanto riguarda i costi di produzione. Il saldo di imprese che li considerano come un fattore di traino rispetto a quelle che li considerano un fattore di ostacolo si riconferma negativo e diminuisce ulteriormente, passando da -0,1% ad aprile a -2,4% a maggio. Per la prima volta da ottobre 2023, l’indagine ha rilevato una visione ottimistica sulle condizioni finanziarie da parte del campione intervistato. Questo mese, infatti, la quota di imprese che le percepisce come positive supera quella che le ritiene negative, raggiungendo un saldo dello 0,7%. Migliora, pur restando negativo, il saldo relativo alla disponibilità di materiali, passando da -9% ad aprile, a -3,3% a maggio. La disponibilità di impianti continua a rappresentare un ostacolo. Anche nella rilevazione di maggio, la quota di imprese che ne riporta un peggioramento supera la quota di chi ne riporta un miglioramento: da -0,1 ad aprile, a -0,6% a maggio. Complessivamente, secondo la congiuntura flash di Confindustria, l’economia italiana è in crescita, ma a velocità diverse: turismo record, bene servizi ed export netto, meno bene l’industria. Aumenta ancora il lavoro, ma salgono anche le ore autorizzate di Cassa Integrazione.

La sensazione è che sia in crescita solo parte dell’economia perché nel 1° trimestre 2024 il Pil italiano è cresciuto (+0,3%), anche se la produzione dell’industria e i consumi di beni si sono contratti. In positivo il turismo (su livelli record), i servizi (in moderata crescita) e l’export netto. Agiscono negativamente i problemi nei trasporti mondiali di merci, l’energia ancora cara, i tassi ai massimi, e la fiducia di famiglie e imprese è in calo. Mercato energetico ancora in bilico. Il prezzo del petrolio, dopo aver toccato un picco in aprile, ha invertito la rotta a maggio (83 dollari al barile, da 90), ma su un livello ancora elevato: le scorte Ocse di greggio hanno recuperato in parte, nonostante l’offerta nei paesi Opec resti limitata, segnale di debolezza della domanda mondiale di petrolio.

Il prezzo del gas, invece, prosegue il percorso di lento rincaro (30 €/mwh a maggio, da 26 a febbraio), su valori più che doppi rispetto a quelli del 2019. In Italia l’inflazione è rimasta bassa in aprile (+0,8%): il calo dei prezzi energetici si è attenuato (-12,1% annuo, da -24,7% a fine 2023), mentre quelli core frenano (+2,1%). Ma nell’Eurozona la discesa si è fermata (+2,4%). L’inflazione Usa ha sorpreso al rialzo a marzo (+3,5%). Perciò, Fed e Bce ad aprile-maggio hanno tenuto i tassi fermi (5,50% e 4,50%): l’attesa dei mercati è di un primo taglio in Europa a giugno-luglio.

Intanto, cala la domanda interna. Il credito continua a non aiutare consumi e investimenti, sebbene i tassi siano scesi poco e il calo dei prestiti si sia arrestato per le imprese ma aumenta il lavoro.

Nel 1° trimestre il numero di occupati ha continuato a crescere (+0,2%), risultato di +133mila dipendenti a tempo indeterminato (+0,8%), -72mila temporanei (-2,5%) e autonomi pressoché stabili. Tuttavia, il rialzo delle ore autorizzate di Cig (+8,6% sul 1° 2023) segnala qualche frenata nell’utilizzo dell’input di lavoro. Accelerano le retribuzioni contrattuali nel settore privato: +4,7% nell’industria nel 1° 2024 (+3,2% nel 2023), +2,3% nei servizi (da +1,3%), rispetto al +0,9% di inflazione. Il turismo straniero a gennaio-febbraio è cresciuto di +20% in termini di spesa corrente sul 2023, che già è stato un anno record, mentre l’export netto alza il Pil. Nel 1° trimestre, infatti, si è assistito a un forte calo dell’import italiano di beni (-2,8% in volume), più di quello dell’export (-0,8%): ciò dà un contributo positivo al Pil e aumenta il saldo commerciale (+12,8 miliardi di euro). Il commercio mondiale nei primi due mesi ha ristagnato (-0,1% sul 4° 2023).