L’ultima giornata di consultazione della base associativa da parte dei tre saggi di Confindustria che dovranno indicare i candidati per la corsa finale alla presidenza consegna nuove adesioni a tre dei quattro nomi in lizza: Edoardo Garrone, Emanuele Orsini e Antonio Gozzi. Mentre il quarto, Alberto Marenghi, sarebbe già di fatto fuori e pronto al ritiro.
Ma consegna anche una serie di rumors e indiscrezioni secondo le quali sarebbero in atto pressioni o spinte per far sì che i tre "grandi consiglieri", Mariella Enoc, Andrea Moltrasio e Ilaria Vescovi, mandino al voto del Consiglio generale un nome solo, di colui (nel caso Garrone) che potrebbe contare su una sorta di maggioranza relativa. Il che, secondo i beninformati, sarebbe visto dagli altri due contendenti, oltre che da larghissima parte della base associativa, come un colpo basso, con inevitabili conseguenze anche sul piano dei ricorsi ai probiviri e alla stessa magistratura. Uno scenario da contenzioso giudiziario che finirebbe per ledere in maniera significativa l’immagine dell’associazione e rivelarsi un boomerang contro lo stesso Garrone.
Dunque, a meno di colpi di scena, la prospettiva più fisiologica allo stato rima quella dell’ammissione alla fase finale di tutti e tre i candidati arrivati fino a questo punto. E, del resto, la giornata conclusiva restituisce consensi a tutti e tre. All’Unione degli industriali di Napoli, dove ieri si è svolta ieri l’ultima tornata di audizioni, con il Presidente Costanzo Iannotti Pecci a fare da padrona di casa, sono confluiti i vertici delle organizzazioni degli industriali del Mezzogiorno, ma anche di alcune rilevanti associazioni di categoria, da Farmindustria a Confindustria Cisambiente, da Federturismo a Anitec-Assinform, da Federtrasporto a Federchimica. Alla fine della giornata napoletana, comunque, si è registrata una crescita costante dei consensi attorno al nome di Gozzi, sul quale starebbero convergendo molti dei voti assembleari. Gran parte delle associazioni del Mezzogiorno, a cominciare da Napoli, a quanto risulta, ha ufficializzato ai saggi il rispettivo posizionamento a favore del patron della Duferco e presidente di Federacciai. E lo stesso vale per Farmindustria e Federchimica. Ma anche per Reggio Emilia e Vicenza.
Basilicata e Calabria, invece, sono andare a dare maggiore forza a Orsini, mentre si è schierato con Garrone il Veneto Orientale, oltre che, solo per citare l’associazione principale, la potente Assolombarda, fon dall’inizio con il Presidente di Erg). Dunque, tirando le somme, è verosimile che oltre a Garrone, che ha certificato da settimane il raggiungimento della quota del 20 per cento del voto assembleare (condizione non automatica, ma significativa, per entrare nella fase finale), anche Gozzi e Orsini siano arrivati alla soglia fatidica. Da qui l’attesa per un verdetto dei saggi che certifichi e ufficializzi la corsa a tre, con il successivo ballottaggio tra i primi due.
La grande partita per la guida della più consistente e blasonata associazione imprenditoriale italiana sembra entrata davvero nel vivo con una competizione che potrebbe portare a una conta fino all’ultimo voto. Il che si spiega, in questa fase, anche con quella che viene considerata la posta in palio per i prossimi anni. Il prossimo mandato del futuro numero uno della più rilevante organizzazione italiana degli imprenditori coinciderà, di fatto, con la nuova legislatura europea e con il conseguente rinnovo soprattutto, della Commissione, dopo gli anni dominati, per quel che riguarda l’impostazione della transizione green e delle politiche industriali conseguenti, dal contestato vicepresidente Frans Timmermans.