Bollo auto 2023, chi deve pagarlo entro il 31 maggio. Tutte le scadenze da qui a fine anno

Tassa di possesso: che cosa sapere per evitare guai

Roma, 16 maggio 2023 - Bollo auto 2023: ecco tutte le scadenze da qui a fine anno, a partire da quelle di maggio. Cosa sapere sulla tassa di possesso per evitare guai.

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Bollo 2023, chi deve pagare entro maggio

"Entro il 31 maggio – ricorda Asaps – deve essere rinnovato il bollo auto per le vetture di potenza superiore ai 35 KW se immatricolate dal 1/1/1998, o superiori a 9HP se immatricolate fino al 31/12/1997, la cui tassa di possesso sia scaduta ad aprile 2023.

Chi deve pagare entro giugno

"Entro il 30 giugno 2023 deve essere versato il bollo auto per gli autocarri, gli autoveicoli speciali, i trattori stradali e gli autobus la cui tassa di possesso sia scaduta nel mese di maggio 2023.

Chi deve pagare entro agosto

"Entro il 31 agosto 2023 deve essere versato il bollo auto per le vetture di potenza fino ai 35 KW se immatricolate dal 1/1/1998, o di potenza fiscale fino a 9HP se immatricolate fino al 31/12/1997, nonché per i motoveicoli la cui tassa di possesso sia scaduta nel mese di luglio 2023”.

Le due scadenze di ottobre

"Entro il 2 ottobre 2023 deve essere rinnovato il bollo auto per le vetture di potenza superiore ai 35 KW se immatricolate dal 1/1/1998, o superiori a 9HP se immatricolate fino al 31/12/1997, la cui tassa di possesso sia scaduta a agosto 2023. Entro il 31 ottobre 2023 deve essere versato il bollo auto per gli autocarri, gli autoveicoli speciali, i trattori stradali e gli autobus la cui tassa di possesso sia scaduta nel mese di settembre 2023”. 

Gettito in Italia tra i più alti

Ma quanto pagano gli italiani per essere in regola con il bollo auto, incassato dalle Regioni? L’ultimo dato reso noto da Acea, l’associazione dei costruttori europei, registra la cifra record di 6,7 miliardi.

Guardando vicino a noi: sempre nel 2019 la Francia non arrivava neppure a 1 miliardo, fermandosi a 900mila euro; 2,9 miliardi invece in Spagna.

Nello stesso anno in Spagna quell’entrata si fermava ad appena 2,9 miliardi, in Francia nel 2020 raggiungeva ‘solo’ 900mila euro.

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