È solo una fragile tregua, con l’impegno a rivedersi entro la settimana e raggiungere un accordo. Per ora l’unico punto fermo è che la riforma della rete di distribuzione, prevista nel decreto stoppato sul filo di lana nell’ultimo Consiglio dei ministri, dovrà essere profondamente ritoccata. Tanto che ieri, al termine del tavolo convocato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, i sindacati di categoria non hanno deposto l’arma dello sciopero. E, chi ha partecipato all’incontro, parla di nervi tesi e parole sopra i toni. La nuova riunione convocata dal Mimit sarà però più ristretta, per affrontare in maniera tecnica, punto per punto, tutti i temi oggetto della riforma, con l’obiettivo di giungere a una conclusione "entro i prossimi dieci giorni". Al nuovo tavolo parteciperanno le sigle dei rappresentanti dei gestori, delle società petrolifere e i tecnici del ministero. In ogni caso è escluso che il testo della riforma possa approdare nel prossimo Consiglio dei ministri. Se ne parlerà, se tutto andrà bene, a fine mese.
Ma la tensione fra le associazioni di categoria e l’esecutivo resta molto alta. "Non assisteremo inerti al tentativo dei petrolieri di sottoporre una intera categoria di lavoratori al ricatto di contratti del tutto precari, sia in termini regolatori che economici. Né accetteremo in alcun modo la prassi ormai consolidata di sottrarsi alla contrattazione collettiva imposta dalle leggi vigenti. Nessun alibi, né pastette: non siamo ricattabili", si legge in una nota congiunta di Faib, Fegica e Figisc-Anisa.
Per i gestori la riforma deve prevedere la chiusura di almeno 7000 impianti oggettivamente inefficienti, "l’imposizione di criteri regolatori più stringenti per i titolari degli impianti esistenti (non solo per i nuovi) per combattere l’altissimo livello di illegalità e la presenza della criminalità organizzata, nonché, allo stesso modo, l’introduzione progressiva ma vincolante di nuovo energie non fossili presso gli impianti già in funzione, perché la rete distributiva possa partecipare efficacemente alla transizione energetica".
Antonio Troise