Domenica 6 Ottobre 2024
RAFFAELE
Economia

Azioni essenziali pensate per i ceti bassi

Marmo

È oggettivamente difficile, anche per le opposizioni più radicali, negare che la seconda manovra di Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti non abbia un’attenzione precipua e concentrata per i redditi medio-bassi. E, anzi, semmai, a lamentarsi potrebbero essere i ceti più abbienti. Così come è altrettanto evidente la fine della politica dei bonus (a cominciare da quello Super 110) a favore, invece, di interventi più strutturali, per quanto rinnovati, per il momento, per un solo anno.

Dunque, se quella dell’anno scorso poteva essere considerata una legge di Bilancio ereditata in corsa da Mario Draghi, e come tale con un’impronta definita dall’impostazione dell’ex governatore della Bce, quella di quest’anno, però, si presenta ugualmente come un’operazione di finanza pubblica poco populista, ridotta all’essenza e che investe le scarse risorse su tre, quattro capitoli al massimo: taglio del cuneo, riforma dell’Irpef, supporto a famiglia-natalità, rinnovo dei contratti pubblici. Utilizzando per tutte le poste indicate un criterio orizzontale che punta sul sostegno ai redditi da lavoro dipendente delle fasce fino a 35 mila euro.

E, del resto, il non populismo della manovra si può rilevare anche dalle misure sulle pensioni: si tratta di mosse che di fatto mirano a salvaguardare più la stabilità del sistema che il favore per il pensionamento flessibile dei singoli. Il che, se soddisfa Bruxelles, rappresenta anche, però, un’inversione a U rispetto alle formule sostenute per anni dalla Lega. E il dato di fatto che sia un Ministro leghista a andare in questa direzione fa ancora più effetto.

C’è, però, su tutto l’impianto un’ipoteca significativa che va tenuta nel dovuto conto: le risorse per la parte più rilevante sono trovate aumentando il deficit, ma anche l’altra quota rilevante dipende da una voce che in passato si è sempre rivelata fallace, il taglio delle spese dei ministeri. E, dunque, la base di finanziamento della manovra è da valutare nelle dinamiche che si realizzeranno in corso d’anno. Un’incognita tutta da verificare.