Mercoledì 13 Novembre 2024
GIORGIO COSTA
Economia

Auto, l’elettrica arranca: gli italiani preferiscono ancora il gasolio (e non sono fedeli alla marca)

Nonostante le politiche europee per raggiungere l’obiettivo emissioni zero aumentano le persone che comprerebbero un’auto con motore endotermico

Roma, 23 febbraio 2024 – Alla prova dei fatti i cittadini europei la pensano, in fatto di automobili, in maniera molto diversa dalla Commissione europea. Infatti, nonostante l’Unione europea insegua l’obiettivo zero emissioni di gas serra al 2050 e abbia fissato al 2035 la fine della produzione dei motori tradizionali a combustione interna (benzina o diesel che siano), i motori termici sono ancora fortemente desiderati.

Gli italiani preferiscono le auto benzina e diesel alle elettriche
Gli italiani preferiscono le auto benzina e diesel alle elettriche

Infatti, tra il 2022 e il 2023, la preferenza degli italiani per i veicoli a benzina e gasolio è salita dal 19% al 30%, una crescita non da poco ma pur sempre sotto la media europea (43%), con Austria e Polonia che guidano la pattuglia di coloro che non vogliono abbandonare i combustibili fossili (52%). E quel che stupisce maggiormente è che in Germania, fino ad ora uno dei maggiori mercati continentali per le auto elettriche con il 18,4% delle immatricolazioni nel 2023, le preferenze per il motore termico sono cresciute dal 45 al 49 per cento.

È quindi comprensibile che le case automobilistiche spingano per spostare in avanti i termini temporali indicati dalla Commissione perché il dato è abbastanza chiaro: i consumatori italiani, e (di più) gli europei nel loro complesso, dichiarano ancora come prima scelta per la prossima vettura da acquistare proprio le auto a benzina e gasolio. Il dato emerge dal Deloitte Global Automotive Consumer Study 2024, basato su 27mila risposte di consumatori di 26 Paesi. «A fronte degli elevati prezzi dei veicoli elettrici, i persistenti limiti infrastrutturali e la perenne incertezza economica – spiega Franco Orsogna, Automotive Sector Leader di Deloitte – l'interesse dei consumatori per i veicoli elettrici in molti mercati, tra cui l'Italia, continua ad essere limitato ed è addirittura sceso, in Italia, rispetto lo scorso anno. Così, nonostante i tagli ai prezzi da parte di alcuni produttori e gli incentivi governativi volti a rendere i veicoli elettrici più accessibili, la corsa verso l’elettrificazione del settore automotive dopo gli “early-adopters” segna il passo. Tra i fattori maggiormente segnalati dai consumatori, quali vincolanti, sono stati indicati la solita preoccupazione sull’autonomia e tempi di ricarica delle batterie, oltre che il valore residuo del veicolo”.

Di fatto, se domani gli italiani dovessero scegliere l’auto nuova, in oltre 7 casi su 10 opterebbero per il motore termico. Nel 45% dei casi si tratterebbe di ibrido, full o plug-in ma per l’elettrico puro c’è scarso interesse visto che opterebbe per una vettura a batteria solo il 9% degli acquirenti. Un fattore decisivo per la scelta effettuata è che il 54% degli intervistati vorrebbe avere una ricarica a casa, il 40% si attende i punti di ricarica in strada (la cui scarsità preoccupa il 30% degli intervistati) e questo chiaramente può incidere sulla decisione di non acquistare un’auto elettrica.

Le maggiori preoccupazioni di chi pensa ad un’auto elettrica riguardano l’autonomia (45%), il tempo di ricarica (40%) e il costo di sostituzione della batteria (38%). Ma, al di là dei fattori tecnici, pesa l’impatto economico che ha fatto imboccare all’auto elettrica un periodo di rallentamento della domanda, dopo un approccio positivo da parte della clientela più danarosa e aperta all’innovazione tecnologica. In questo senso, la rilevanza del prezzo come fattore chiave è aumentata drasticamente nell’ultimo anno, passando dal 31% del 2023 al 56% del 2024, come si può leggere nello studio.

In Italia colpisce la scarsa fedeltà alla marca di vettura acquistata; sono i fatti 7 su 10 coloro che sono disposti a cambiare marca, per i costi (24%) o per provare qualcosa di diverso (38%). Il problema è che la maggioranza dei consumatori stima di pagare meno di 50mila euro per il prossimo veicolo ma se si guarda all’elettrico il 20% pagherebbe fino a 15mila euro per un veicolo elettrico, il 45% fino a 30mila euro.

Si tratta di cifre davvero basse, dati gli attuali listini anche se le principali case occidentali, per acquisire competitività rispetto ai concorrenti cinesi, puntano a mettere in campo, entro la seconda metà del decennio, city car elettrificate con prezzi compresi tra i 20mila e i 25mila euro. E quel che è peggio per i costruttori non asiatici e che per quasi il 60% degli acquirenti è secondario che il marchio sia nazionale, europeo oppure no; e le auto cinesi costano in media il 30% in meno. Sul fronte della titolarità o meno del mezzo i giovani sono sempre meno propensi a possedere un’automobile e tra i 18 e i 34 anni uno su tre (26% di media europea) rinuncerebbe alla proprietà in cambio di un abbonamento. E, grazie alle numerose opzioni di mobilità, la metà del campione italiano è propenso a utilizzare trasporti pubblici, car sharing, taxi, biciclette e scooter elettrici in condivisione. E l’ipotesi di possedere un veicolo è legata al fatto che ciò comporti una riduzione del tempo di viaggio. Infine la connessione dei veicoli alla rete: i consumatori sono disposti a condividere le proprie informazioni personali se questo li aiuta a ricevere aggiornamenti relativi alla sicurezza stradale (68%), alla manutenzione dei veicoli (67%) e alla congestione del traffico (63%). Ma solo un quarto dei consumatori è disposto a pagare per i servizi connessi, che invece dovrebbero rappresentare una grande possibilità di ricavi per gli operatori.