Altra grana in arrivo per Apple, indagata dall’Antitrust. L’Authority presieduta da Roberto Rustichelli ha avviato un’istruttoria nei confronti della ‘mela morsicata’ per accertare l’esistenza di un presunto abuso di posizione dominante nel mercato delle piattaforme per la distribuzione online di app per utenti del sistema operativo iOS. In particolare – informa una nota dell’Antitrust – a partire da aprile 2021 Apple ha adottato una politica sulla privacy, per i soli sviluppatori terzi di app, più restrittiva rispetto a quella che la società applica a sé stessa. Apple "impone soltanto ai concorrenti l’utilizzo di un prompt di richiesta del consenso in posizione di maggior risalto rispetto a quello dell’opzione per negare il consenso e utilizza una formulazione linguistica dissuasiva del tracciamento. Inoltre, gli sviluppatori e gli inserzionisti terzi appaiono svantaggiati in termini di qualità e di dettaglio dei dati messi a disposizione da Apple e relativi all’efficacia delle campagne pubblicitarie sulle loro applicazioni", spiega la nota.
Per questo, secondo l’Autorità, la presunta condotta discriminatoria di Apple può causare un calo dei proventi della pubblicità degli inserzionisti terzi, a vantaggio della propria divisione commerciale; ridurre l’ingresso eo impedire la permanenza dei concorrenti nel mercato dello sviluppo e della distribuzione di app; avvantaggiare le proprie app e, di conseguenza, gli apparati mobili e il sistema operativo. Da parte sua, Apple dichiara la propria disponibilità a collaborare: "Continueremo a collaborare in modo costruttivo con l’Agcm per rispondere alle loro domande. In Apple crediamo che i dati degli utenti appartengano a loro e che debbano poter decidere se e con chi condividerli. La trasparenza sul tracciamento delle app offre semplicemente agli utenti la possibilità di scegliere se consentire o meno alle app di tracciarli o di condividere le loro informazioni con gli intermediari di dati. Queste regole si applicano in egual misura a tutti gli sviluppatori, compresa Apple". La società di Cupertino è finita negli scorsi giorni anche nel mirino dell’Antitrust Ue, in relazione al sistema di pagamento mobile.